DL Urbani, BSA attacca la SIAE

DL Urbani, BSA attacca la SIAE

L'associazione racconta a Punto Informatico le proprie critiche al DL Urbani e alle modifiche introdotte alla Camera. E avverte: qualcuno crede che il bollino virtuale sarà gratuito? Si spera in un colpo di coda del buon senso
L'associazione racconta a Punto Informatico le proprie critiche al DL Urbani e alle modifiche introdotte alla Camera. E avverte: qualcuno crede che il bollino virtuale sarà gratuito? Si spera in un colpo di coda del buon senso


Roma – Tra i più convinti oppositori del provvedimento con cui il Senato si appresta il prossimo 18 maggio a convertire in legge il decreto Urbani su cinema e pirateria c’è la Business Software Alliance (BSA) , l’alleanza dei produttori di software proprietario. BSA già nelle scorse settimane aveva tuonato contro quella normativa. Punto Informatico ha ora approfondito la posizione critica di BSA con Simona Lavagnini , consulente legale di BSA Italia .

Punto Informatico: Francisco Mignorance di BSA EMEA ha affermato che il DL Urbani è una imboscata della SIAE . Perché la vedete così?
Simona Lavagnini: Noi siamo partiti da un dato di fatto. Questo decreto legge è stato presentato dal Governo in una forma completamente diversa. Poi in un ciclo di audizioni, la commissione Cultura della Camera ha consentito a noi e ad altri di esprimere la nostra opinione su quel testo. Nei giorni successivi abbiamo appreso con orrore che la Commissione aveva passato un testo peggiorativo.
Nella sua audizione, la SIAE come proprie richieste aveva prospettato tanto la questione del bollino virtuale quanto quella della tassa sui supporti di masterizzazione.
In più il 6 maggio, durante la conferenza stampa al Senato, l’onorevole Carlucci ha espressamente confermato di aver introdotto quelle norme, che ha riconosciuto essere sbagliate, su richiesta e documentazione della SIAE.

PI: Il bollino virtuale richiesto e ottenuto dalla SIAE, cioè la nota informativa che dovrebbe accompagnarsi ad ogni file coperto da diritto d’autore circolante sulla rete italiana, ha suscitato ampie critiche. BSA perché lo ritiene sbagliato?
SL: Il bollino virtuale è uno strumento perverso perchè è inattuabile e perché introduce una distorsione tra il mercato italiano che resta così all’età della pietra e il resto del mondo, visto che non possiamo pensare che SIAE e Polizia Postale impongano agli operatori internazionali di sottoporsi ad un obbligo che quindi vale solo per i soggetti italiani.

PI: In definitiva è quindi una penalità per i soggetti italiani…
SL: Per tutti loro significa anche solo dal punto di vista amministrativo la creazione di uno staff dedicato. Ma anche modalità di censura preventiva : se il soggetto è incerto sull’effettiva titolarità dei diritti, nel dubbio si astiene dal diffondere perché il rischio è tanto spropositato.

PI: Visto così non sembra certo un passo verso il futuro…
SL: E’ un sintomo dell’arretratezza italiana anche in settori che sono deputati a gestire l’ambiente più tecnologicamente avanzato, quello dell’Information and Communication Technology. E la SIAE in questo senso non ha la mentalità giusta per comprendere il fenomeno. Alla lunga dovrà fare i conti con tutto questo.

PI: Che intende? La SIAE crollerà perché non riesce a stare al passo con i tempi?
SL: O la SIAE si pone nell’ottica di essere competitiva, e quindi di fornire servizi che interessano il mercato, oppure si pone in un’ottica retriva in cui diventa ente censore paramilitarizzato che diventa inviso non solo agli utenti ma anche agli stessi titolari dei diritti. In questo senso può sopravvivere soltanto grazie ad una normativa di protezione che essendo legata al territorio italiano prima o poi in un contesto internazionale dovrà cedere. Magari lentamente ma cio’ accadrà, non paga arroccarsi in una posizione medievale .

PI: Parliamo della stessa SIAE che ha sostenuto la necessità di un’accisa sui supporti di registrazione o sul software di masterizzazione, ottenendola proprio alla Camera. Che ne pensa?
SL: Ci troviamo in un sistema in cui la copia privata e digitale può benissimo non esistere perché il titolare dei diritti può escludere la possibilità di copia, vedi quello che succede con molti CD oggi sul mercato. Nonostante cio’ ci troviamo in un contesto in cui tutti coloro che comprano apparecchiature informatiche, e in particolare i soggetti professionali, devono pagare il compenso non solo sull’hardware, sul supporto vergine, ma anche sul software , non solo il masterizzatore o l’hard disk ma anche il software di duplicazione.

PI: Un compenso, diciamo, che viene giustificato come equo rispetto ai diritti degli autori e degli editori
SL: Gli acquirenti devono tutti pagare un tributo, un obolo che nulla ha a che fare con gli effettivi utilizzi del diritto d’autore, non sappiamo nemmeno dove andranno i diritti: il sistema SIAE proprio trasparente non è .

PI: Approfondiamo un attimo questo discorso. In che senso non è trasparente?
SL: Il problema è che il mondo digitale consente di sapere chi fa che cosa con quale opera e consentirebbe dunque in un ambiente informatizzato di “dare a Cesare quel che è di Cesare”. Purtroppo così non è perché per larga parte la SIAE lavora su sistemi di ripartizione presuntivi , cioè vanno su rating di qualifiche che premiano chi nel passato ha raggiunto una migliore performance: una volta acquisito un certo livello mai più da quel livello scenderà. Gli iscritti alla SIAE ricevono solo le briciole , chi ne guadagna sono i soggetti più famosi. C’è quindi un sistema di penalizzazione del piccolo nei confronti del grosso. Una situazione che genera preoccupazioni anche presso la Commissione UE .

PI: BSA teme che l’introduzione della legge Urbani possa anche provocare un aumento dei prezzi a danno dei consumatori. Perché?
SL: Basti pensare che l’associazione dei produttori di supporti magnetici ASMI riferisce come sia ormai molto diffusa la pratica di importare dall’estero i supporti che non hanno pagato la tassa e che vengono introdotti attraverso canali particolari. A fronte di questo la SIAE non sta facendo nulla se non chiedere l’approvazione del DL Urbani, se non imporre sanzioni che alla fine verranno applicate non al pirata, all’organizzazione criminale, ma al professionista che magari incappa in un errore.
Per il consumatore l’insieme del DL Urbani provocherà un sensibile aumento dei prezzi . E’ probabile, poi, che il bollino virtuale sarà a pagamento se gestito dalla SIAE come già avviene per il bollino fisico.

PI: Il 18 al Senato si riapre l’esame del provvedimento di conversione del DL Urbani. Ritenete che vi sia lo spazio per qualche modifica al testo?
SL: Riteniamo che le modifiche migliorative siano doverose. Se il nostro fosse un paese dove prevale il buonsenso, chi di dovere dovrebbe fare in modo che venga emendato nelle parti che tutti hanno definito errate , velocemente rimandato alla Camera e approvato in tempi utili. Ma non credo purtroppo che ciò avverrà.

PI: In tanti sperano che invece accada, come chi sta organizzando una manifestazione davanti al Senato. Ma non sono molte le speranze di modifica…
SL: L’onorevole Carlucci in conferenza stampa, dopo aver auspicato che le modifiche vengano introdotte, ha anche spiegato che ci sono pochi margini e si è assunta l’impegno ad individuare in brevissimo tempo un nuovo strumento legislativo per rimediare a questi danni. Quindi, per chiudere questo triste capitolo, se proprio non è possibile evitare di approvare un provvedimento sbagliato, ci si può almeno augurare che nei tempi più brevi sia posto rimedio con una norma successiva.

Intervista a cura di Paolo De Andreis

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Pubblicato il
12 mag 2004
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