Santa Clara (USA) – Mantenendo la promessa fatta all’inizio dell’anno, quando posò il primo mattone del suo ambizioso progetto open source, Sun ha messo a nudo diversi milioni di linee di codice del proprio sistema operativo Solaris 10. Da tale codice è stata plasmata la prima versione di OpenSolaris, che eredita dallo storico sistema operativo Unix il kernel, le funzionalità di rete, le librerie di sistema e i comandi.
“Ci sono persone che pensavano che non l’avremmo mai fatto. Altre che hanno attaccato la nostra licenza. Altre ancora che sostenevano volessimo aggredire Linux. Si sbagliavano tutti”, ha dichiarato tagliente Stephen Harpster, director di Sun dell’Open Source Software. “Oggi abbiamo rilasciato una prima grande porzione di codice, ma non è finita qui. Presto arriverà altro codice, miglioreremo le procedure per sottoporre il codice e le segnalazioni di bug, e attiveremo servizi per creare e testare il software. Tutto questo lo faremo insieme a voi, come comunità”.
La prossima e più grande sfida di Sun sarà proprio il dar vita ad vasta comunità di sviluppatori coordinata e assistita dalla Community Advisory Board, un organismo supervisore parzialmente controllato dal colosso californiano.
Tutto ciò che Sun ha riversato nel calderone di OpenSolaris, e riverserà in futuro, è accompagnato dalla licenza open source Common Development and Distribution License (CDDL), derivata dalla Mozilla Public License. La CDDL consente a chiunque di vedere, modificare (a patto di rendere le modifiche pubbliche) e distribuire il codice, ma a differenza della GPL, che governa Linux e il cosiddetto free software, non impedisce di mescolare software coperto dalla CDDL con software coperto da altre licenze (anche closed source).
Per consentire a chiunque di utilizzare liberamente le tecnologie alla base di OpenSolaris, Sun ha aperto oltre 1.600 brevetti: ognuno di questi è accompagnato da una licenza libera da royalty.
“L’utente può scaricare il codice sorgente, combinarlo con il proprio codice ed eventualmente farne un prodotto commerciale”, ha spiegato Tom Goguen, vice president for platform software di Sun. “OpenSolaris è un prodotto completamente open source e royalty-free”.
La versione open source di Solaris gira sia sulle piattaforme x86 a 32 e a 64 bit che su quelle SPARC, ed include funzionalità avanzate di self-healing, di protezione della memoria, di analisi dinamica delle performance e di multiprocessing simmetrico. Sun non esita a definire il proprio sistema operativo come “il più avanzato al mondo”, sostenendo che Linux “ha ancora molto da imparare”.
“Self-healing, dynamic tracing, supporto avanzato al multiprocessing simmetrico e sofisticate ottimizzazioni per le CPU multi-core: tutte cose che a Linux ancora mancano”, ha detto Goguen. “Il sistema operativo enterprise di Red Hat, ad oggi una delle distribuzioni più complete e mature di Linux, non possiede ancora la scalabilità di Solaris”.
Sun non pungola un avversario indifeso, tutt’altro: Linux è attualmente uno dei sistemi operativi più diffusi e a più alta crescita e, secondo molti analisti, sarebbe proprio il suo successo ad aver spinto Sun a compiere un passo così clamoroso come quello di donare il codice di Solaris alla comunità open source. Con questa mossa la società spera, da un lato, di creare una fucina capace di forgiare nuove tecnologie da inserire nelle versioni commerciali di Solaris, e dall’altro di incrementare la vendita di prodotti (come i server) e servizi a pagamento.
“Più persone useranno Unix e Solaris più saranno le opportunità di vendere hardware, infrastrutture e relativi servizi”, ha affermato il direttore finanziario di Sun, Jonathan Schwartz. “Open source non significa niente entrate: significa nessuna barriera alla crescita delle entrate”.
Su OpenSolaris si veda anche questo recente approfondimento .
Ieri Sun ha anche annunciato l’intenzione di donare la propria suite per l’ufficio, StarOffice, alle organizzazioni non profit di tutto il mondo che ne faranno richiesta. La suite, come noto, si basa sul codice sorgente del software open source OpenOffice, a cui aggiunge un database e alcuni altri tool proprietari.