Australia, lecito registrare programmi e musica

Australia, lecito registrare programmi e musica

Per uso esclusivamente privato: il paese si avvia ad un allargamento delle maglie delle attuali leggi sul diritto d'autore. Per compensare gli autori si parla di tassa sull'iPod
Per uso esclusivamente privato: il paese si avvia ad un allargamento delle maglie delle attuali leggi sul diritto d'autore. Per compensare gli autori si parla di tassa sull'iPod


Canberra (Australia) – Chi non ha mai registrato un film dalla televisione o estratto brani MP3 dai normali CD audio? Nessuno: questo è il giudizio del procuratore generale della federazione australiana, Philip Ruddock. Tutto è pronto per una importante riforma della normativa sul diritto d’autore , prevista per il 2006.

Ogni singolo trasferimento di dati da CD a lettore MP3, secondo le attuali leggi australiane, costituisce una violazione in piena regola. L’obiettivo dell’amministrazione australiana è di introdurre più equità e smussare certi divieti, considerati incompatibili con le esigenze dei consumatori .

In linea con le regole del cosiddetto fair-use , la copia privata di supporti fonografici tradizionali e la registrazione di programmi televisivi smetterà di essere una pratica proibita. “In Australia”, sostiene Ruddock in un’intervista rilasciata ad un notiziario di News. Corp , “servono leggi per combattere i grandi problemi causati dalla violazione del diritto d’autore”.

L’opinione del giudice è che infatti “il cittadino comune ha il diritto di sfruttare a pieno quanto acquista, anche quando commette piccole infrazioni”. Questo perché, almeno in questi casi, il danno causato all’industria multimediale sarebbe addirittura “minimale”, puntualizza Ruddock.

Le particolarità della riforma sono ancora avvolte nel mistero, ma qualche indiscrezione è già trapelata al di fuori dei palazzi del potere. Si parla di un progetto per l’istituzione di una forma di tassa iPod da porre sui player multimediali, col conseguente innalzamento dei prezzi al dettaglio dei dispositivi.

In questo modo gli amministratori sperano di ottenere disponibilità fiscali aggiuntive, per pagare una vera e propria compensazione alle associazioni degli autori. Questo tipo di tassa è stata concepita in Giappone, dove ha causato discordia e risentimento soprattutto tra i consumatori, prima di essere ritirata.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il 29 dic 2005
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