PlayStation 3? Una cosa seria

PlayStation 3? Una cosa seria

L'Università di Stanford utilizzerà la neonata console da gioco di Sony per mettere insieme un supercomputer capace di accelerare la ricerca di nuovi farmaci. Al progetto potranno partecipare anche i normali utenti
L'Università di Stanford utilizzerà la neonata console da gioco di Sony per mettere insieme un supercomputer capace di accelerare la ricerca di nuovi farmaci. Al progetto potranno partecipare anche i normali utenti

Tokyo – È da tempo che Sony paragona le performance della sua ultima console da gioco, la PlayStation 3, a quelle di un supercomputer, e trova sempre più la strada aperta nel mondo della ricerca . Tra gli scienziati interessati a sfruttarne le capacità anche ricercatori della prestigiosa Università americana di Stanford , che utilizzeranno la PS3 per ricerche nel settore della biologia.

In realtà i ricercatori di Stanford si avvarranno della potenza di calcolo aggregata di centinaia di PS3 , connettendole tra loro e gestendole in modo simile a come viene fatto con i tradizionali cluster di server. Il risultato sarà un supercomputer con potenza non dissimile a quella di sistemoni commerciali ultracostosi.

Sony ha spiegato che il cluster di PS3 verrà utilizzato per l’analisi della struttura delle proteine umane , un campo della ricerca che, tra le altre cose, si prefigge di trovare la cura a malattie come l’AIDS.

Il colosso giapponese ha anche detto che il software utilizzato dall’Università di Stanford, basato su Linux, consentirà a tutti i possessori di una PS3 di partecipare al progetto di ricerca donando cicli di CPU via Internet. Verrà dunque realizzata una rete di calcolo distribuito P2P simile a quella di iniziative come Folding@Home .

Sony afferma che il tempo di elaborazione fornito dal cluster di PS3 può essere incrementato di oltre 20 volte grazie all’uso di una rete di calcolo globale.

Ciò che rende la PS3 particolarmente adatta ad essere utilizzata per compiti “seri” è il suo processore, Cell , progettato da Sony, IBM e Toshiba per essere utilizzato non solo nei dispositivi consumer, come console e set-top box, ma anche in server e workstation.

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Pubblicato il
23 nov 2006
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