Ricerca, Pechino ora ammette i fallimenti

Ricerca, Pechino ora ammette i fallimenti

I ricercatori sono incoraggiati a rischiare per proiettare la Cina in un futuro di innovazione: gli insuccessi non si tradurranno più in tagli di fondi e in carriere distrutte
I ricercatori sono incoraggiati a rischiare per proiettare la Cina in un futuro di innovazione: gli insuccessi non si tradurranno più in tagli di fondi e in carriere distrutte

Pechino rassicura il mondo della ricerca: lo stato tollererà i fallimenti, non sarà più un disonore investire tempo e risorse in progetti che si rivelano un vicolo cieco. È un provvedimento che lo stato ritiene necessario per incoraggiare i ricercatori, per sospingere il paese verso l’innovazione.

Ricerca, Pechino ora ammette i fallimenti - Cina - ricercatori È necessario rischiare per competere ad armi pari nel mondo della ricerca, è necessario guardare con coraggio alle frontiere scientifiche che la Repubblica Popolare può conquistare: è questo un atteggiamento che un ricercatore può adottare solo se è consapevole che un fallimento non si riverbererà su tutta la propria carriera .

Anche la Cina, lo ha ribadito il Ministro della Scienza e della Tecnologia Wan Gang, ha promesso di mettersi in gioco e di rischiare. Lo stato, per tutelarsi dalle frodi, guardava con sospetto al singolo fallimento del ricercatore che finanziava: inammissibile investire denaro per pascere ricercatori che si imbarcavano in progetti senza possibilità di riuscita per intascare i fondi che lo stato stanziava per loro, ricercatori che falsificavano i dati e ricorrevano al plagio nella rincorsa al successo e ai fondi statali.

Pechino tornerà ad accordare la fiducia al mondo della ricerca: una modifica al quadro normativo che regola il progresso scientifico e tecnologico incoraggerà i ricercatori a comunicare i risultati del proprio lavoro anche in caso di fallimento , senza temere per la propria carriera, senza temere che lo stato tagli loro i finanziamenti. Dal prossimo luglio, momento in cui la legge entrerà in vigore, la Cina allenterà la pressione e ammetterà gli errori, incoraggerà a rischiare per puntare all’innovazione.

“In molte occasioni – ha osservato il Ministro Wan Gang – l’esperienza che deriva da un fallimento nel campo dell’esplorazione scientifica ha più valore di quella che si può estrarre da un successo”. Ma il provvedimento non crea semplicemente un’atmosfera più serena nella quale lavorare, non rappresenta semplicemente un incoraggiamento a battere terreni inesplorati. Il Ministro ha spiegato che allentare la pressione di stato sui ricercatori sarà una strategia utile per arginare i casi di frodi: se lo stato impone di sfornare successi, i ricercatori sono sotto pressione a tal punto da abdicare a qualsiasi imperativo etico pur di salvare la propria carriera.

Non si rinuncerà però a prevenire le truffe, a controllare che i ricercatori svolgano il proprio lavoro e gestiscano al meglio l’1,49 per cento del prodotto interno lordo che la Cina stanzia per proiettarsi in un futuro di innovazione. “Tecnici e scienziati che hanno intrapreso delle ricerche con un alto rischio di fallimento – recita il testo della legge – potranno continuare a fruire dei finanziamenti se potranno dimostrare che si sono impegnati al massimo, pur mancando l’obiettivo che si erano prefissati”.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
14 mar 2008
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