Samsung, Ericsson e la vendetta dei brevetti

Samsung, Ericsson e la vendetta dei brevetti

Il produttore coreano contro l'azienda svedese, accusata di sfruttamento indebito di sette tecnologie chiave nel settore mobile. Chiesto il blocco delle vendite sul mercato USA
Il produttore coreano contro l'azienda svedese, accusata di sfruttamento indebito di sette tecnologie chiave nel settore mobile. Chiesto il blocco delle vendite sul mercato USA

Nessuna tregua natalizia nella guerra globale dei brevetti, sul fronte che vede contrapposto il gigante Samsung al produttore svedese Ericsson. Gli avvocati dell’azienda coreana hanno chiesto ai vertici della U.S. International Trade Commission (ITC) di ordinare il blocco delle vendite dei prodotti di Ericsson sul mercato a stelle e strisce .

Frustrata da oltre due anni di negoziazione, la telco di Stoccolma aveva deciso di denunciare Samsung per violazione di alcuni brevetti ritenuti essenziali nello sviluppo di un mercato di massa legato all’industria delle comunicazioni. Il colosso asiatico continuerebbe a distribuire i suoi prodotti con lo sfruttamento non più autorizzato di alcune tecnologie standard relative alle connessioni wireless .

“Abbiamo cercato di negoziare con Ericsson in buona fede – spiegano ora i legali di Samsung nelle carte presentate alla commissione statunitense – Tuttavia, Ericsson non ha mostrato l’intenzione di trovare un accordo con richieste irragionevoli”. Nella visione del colosso asiatico, Ericsson avrebbe chiesto delle royalty salatissime per lo sfruttamento di tecnologie che dovrebbero invece essere concesse a condizioni FRAND , vale a dire “giuste, ragionevoli e non discriminatorie”.

Alla base della nuova richiesta di blocco delle vendite, la presunta violazione di un pacchetto di sette brevetti detenuti da Samsung in ambito mobile, dalle frequenze radio al trasferimento di dati in modalità wireless, fino ai network LTE . Nella sua denuncia contro Samsung, la telco svedese si era dichiarata costretta all’azione legale “in mancanza di alternative”. Un ragionamento seguito alla lettera dal produttore coreano.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
27 dic 2012
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