Se il copyright è proibizionismo

Se il copyright è proibizionismo

Duro attacco dell'ex-manager dei Pink Floyd nei confronti dell'industria della musica. La sua lotta al file sharing sarebbe una perdita di tempo. Da trovare, invece, nuovi modelli di business. Alla RapidShare
Duro attacco dell'ex-manager dei Pink Floyd nei confronti dell'industria della musica. La sua lotta al file sharing sarebbe una perdita di tempo. Da trovare, invece, nuovi modelli di business. Alla RapidShare

I vari tentativi di lotta al file sharing selvaggio rappresenterebbero un’inutile perdita di tempo . La stessa battaglia portata avanti dall’industria discografica contro la copia illecita dei supporti sarebbe paragonabile alla fase del proibizionismo negli Stati Uniti degli anni Venti.

Almeno secondo Peter Jenner, ex-manager dei Pink Floyd e attuale presidente emerito dell’ International Music Managers’ Forum (IMMF) britannico. Un duro attacco , quello di Jenner, lanciato nei confronti di certe strategie finora adottate da etichette e associazioni come RIAA, nel tentativo di stanare a suon di citazioni i cattivoni del P2P e della contraffazione.

Una visione illustrata nel corso dell’ultima edizione del Westminster e-Forum , dopo che il regolatore britannico Ofcom aveva invitato i vari rappresentanti del settore a proporre nuove idee in vista della prossima implementazione del Digital Economy Act . Ovvero la legge con cui il governo di Londra vorrebbe inasprire lo scontro con i torrentisti .

“È assurdo aspettarsi che il cittadino comune rifletta su quello che è autorizzato a fare con CD e downloading digitale – ha spiegato Jenner – che si interroghi sulla natura più o meno legale delle sue azioni”. Bisognerebbe invece pensare ad un cambiamento radicale delle stesse leggi a tutela del copyright .

“Dobbiamo iniziare a pensare in maniera radicale – ha spiegato Jenner – Perché il copyright è legato al diritto di copia. E noi non possiamo controllarlo finché la gente possiede un computer”. L’industria dovrebbe quindi capire come una delle sfide principali provenga dal fatto che il costo marginale di un file digitale sia praticamente uguale a zero .

E questo costituirebbe una realtà da cui è praticamente impossibile sfuggire. Allora bisognerebbe pensare a nuovi modelli di business, per esempio ispirati a quello messo in atto da RapidShare. “Se noi riusciamo ad ottenere una sola sterlina da ogni cittadino di questo paese – ha spiegato Jenner – allora si arriverebbe a ricavi molto vicini a quelli attuali nel mercato della musica”.

E di metodi di distribuzione alternativi aveva già parlato Prince, annunciando l’imminente fine di Internet nonché la sua ultima volontà di tagliarsi fuori da piattaforme come iTunes. Il suo nuovo album – 20Ten – è stato infatti allegato ad alcune riviste di settore in terra britannica. La strategia ha ovviamente fatto adirare i fan all’estero , che hanno pensato subito a popolare i canali di sharing con svariati rip del disco.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
15 lug 2010
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