Sony, anche Anonymous contro

Sony, anche Anonymous contro

Minaccia che pende sul capo della giapponese, rea di aver nascosto informazioni sui suoi prodotti ai clienti e di averli trascinati in tribunale
Minaccia che pende sul capo della giapponese, rea di aver nascosto informazioni sui suoi prodotti ai clienti e di averli trascinati in tribunale

La vicenda che vede Sony denunciare gli hacker GeoHot e Graf-Chokolo per aver pubblicato sul proprio sito la root key di PlayStation 3 che consente di sbloccare la console, si arricchisce di un nuovo protagonista: il gruppo di hacktivisti Anonymous ha infatti lanciato una campagna contro la giapponese .

Il produttore di PS3 aveva reagito con veemente durezza allo sblocco della sua console e la vicenda giudiziaria che vede sul banco degli imputati negli Stati Uniti GeoHot, l’hacker americano al secolo George Francis Hotz, con l’accusa di aver violato il Digital Millennium Copyright Act (DMCA) ne è testimonianza: Sony ha chiesto e ottenuto dal giudice, oltre a misure restrittive sui siti che ospitavano i tool per aggirare il blocco della sua console, tutti gli indirizzi IP degli utenti che hanno visitato le pagine Web dell’hacker, così come l’ accesso al suo account PayPal. Da ultimo lo ha accusato di aver manomesso le prove (gli hard disk consegnati ai periti del tribunale) e di essere fuggito in Sud America con i soldi delle donazioni chieste per sostenere il processo (accuse che GeoHot ha respinto dalle pagine del suo blog).

Questo accanimento e la natura stessa del procedimento contro un jailbreak, aggiramento di blocco che non è connaturato direttamente ad un reato, avrebbe spinto Anonymous a ritenere che Sony abbia “abusato del sistema giuridico per censurare informazioni su come i suoi prodotti funzionano” arrivando a far diventare i clienti stessi vittime solo per essere entrati in possesso e aver condiviso tali informazioni .
Nel farlo, per giunta, avrebbe compromesso la loro privacy .

Per questo Sony, dicono come al solito con un linguaggio colorito , “subirà l’ira di Anonymous”.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
4 apr 2011
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