Spamhaus decide di affidarsi ai tribunali USA

Spamhaus decide di affidarsi ai tribunali USA

Obtorto collo l'organizzazione antispam annuncia di volersi presentare in appello contro la sentenza che le ha imposto una multa di 11,7 milioni di dollari. Per aver preso di mira una società che Spamhaus ritiene faccia spam
Obtorto collo l'organizzazione antispam annuncia di volersi presentare in appello contro la sentenza che le ha imposto una multa di 11,7 milioni di dollari. Per aver preso di mira una società che Spamhaus ritiene faccia spam

Londra – C’è voluta una multa da 11,7 milioni di dollari e la richiesta di sospensione del suo dominio per convincere la britannica Spamhaus a difendersi presso un tribunale americano che, a suo dire, non avrebbe alcuna giurisdizione sul proprio caso.

La vicenda è, come noto, quella che contrappone la celebre società antispam, impegnata da anni a mantenere e aggiornare filtri che limitano la posta-immondizia, a un’azienda americana, e360, che si ritiene ingiustamente inserita in una lista antispam di Spamhaus. Una lista adottata per i propri filtri antispam da provider di tutto il mondo e che rende difficile a e360 raggiungere via email i propri clienti.

Anche se ICANN , l’organizzazione che supervisiona il sistema dei domini, ha già dichiarato di non poter sospendere il dominio di Spamhaus, l’organizzazione antispam ha comunque scelto di accettare l’invito del tribunale americano e di presentarsi in appello.

“Sebbene Spamhaus abbia base nel Regno Unito – spiega una nota dell’organizzazione antispam – non sorprende che nessuno spammer rischi di denunciarci in un tribunale inglese, e questo perché il sistema legale britannico è basato su un principio per cui chi perde paga e non permette denunce basate sul niente”.

In tribunale Spamhaus difenderà il suo diritto a mantenere le liste antispam, spiegherà i motivi per cui e360 è considerata uno spammer e perché la sospensione del proprio dominio o la multa sono due “rimedi” sbagliati se non addirittura pericolosi per la stabilità dei servizi email mondiali.

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Pubblicato il
19 ott 2006
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