Street View, password e non più password

Street View, password e non più password

Google ammette la raccolta di password, URL e interi indirizzi di posta elettronica. Ma chiede nuovamente perdono e promette un nuovo corso
Google ammette la raccolta di password, URL e interi indirizzi di posta elettronica. Ma chiede nuovamente perdono e promette un nuovo corso

Un più forte controllo della privacy, che parta innanzitutto dal nucleo delle attività dell’azienda di Mountain View. Questa la ferma promessa fatta da Google in un post recentemente apparso sul suo blog ufficiale. “A Google lavoriamo sodo per guadagnare la vostra fiducia – si può leggere – Siamo profondamente consapevoli di aver toppato di brutto”.

Mortificati. Hanno scelto questa precisa espressione i vertici della Grande G, per chiedere pubblicamente scusa a tutti quei cittadini finiti accidentalmente nei dispositivi aspira-dati delle auto del servizio Street View. Ovvero di quelle googlecar che si erano ritrovate a succhiare inconsapevolmente dati personali a mezzo wireless.

Informazioni ora rivelate da Google, dopo numerose inchieste fatte partire dai Garanti di mezzo mondo. Le auto di Street View avrebbero sì raccolto per sbaglio dati frammentati – posizione già espressa dall’azienda – ma anche informazioni relative ad interi indirizzi di posta elettronica, URL e password .

“Vogliamo distruggere questi dati il prima possibile – ha continuato il post di BigG – e vorremmo scusarci ancora di averli in primis raccolti. Siamo mortificati per quanto è accaduto, ma allo stesso tempo sicuri che questi cambiamenti alla nostra struttura andranno a migliorare la nostra privacy interna, affinché gli utenti possano beneficiare di più forti misure di sicurezza”.

Quali cambiamenti? Come annunciato dallo stesso post, Google ha nominato Alma Whitten nuovo direttore della privacy. Esperta in sicurezza informatica, Whitten è stata scelta per migliorare le pratiche interne in materia di privacy. Pratiche che verranno insegnate meglio ai vari dipendenti dell’azienda di Mountain View, attraverso uno specifico information security awarness program .

Chissà se le pubbliche scuse basteranno a convincere l’ Information Commissioner’s Office (ICO) britannico, che ha di recente annunciato l’avvio di un’inchiesta sulle informazioni personali aspirate a mezzo wireless dalle auto di Google. In Italia, il Garante aveva già ordinato il blocco di “qualsiasi trattamento dei payload data raccolti sul territorio italiano”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
25 ott 2010
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