The Fappening, un altro sospetto si consegna alla giustizia

The Fappening, un altro sospetto si consegna alla giustizia

Dagli USA arriva la notizia del fermo dell'ennesimo protagonista della campagna di phishing contro le celebrità discinte su iCloud. Una vicenda che continua a tornare alla ribalta e presenta ancora aspetti da svelare
Dagli USA arriva la notizia del fermo dell'ennesimo protagonista della campagna di phishing contro le celebrità discinte su iCloud. Una vicenda che continua a tornare alla ribalta e presenta ancora aspetti da svelare

Il Distretto Centrale della California del Dipartimento di Giustizia (DoJ) USA ha annunciato di aver messo spalle al muro Edward Majerczyk, ventottenne residente a Chicago e Orland Park, nell’Illinois, con l’accusa di aver partecipato alla campagna contro le celebrità nude su iCloud meglio nota come Fappening .

Majerczyk è l’ennesimo sospetto “attenzionato” dall’FBI nel caso Fappening, già visitato dai federali in un raid compiuto il 15 ottobre del 2014 assieme a quello nell’abitazione di Emilio Herrera; nel caso di Majerczyk, l’accusato si è ora dichiarato colpevole ammettendo le proprie responsabilità nel furto di immagini piccanti dagli account iCloud delle celebrità hollywoodiane.

L’uomo aveva registrato l’email appleprivacysecurity@gmail.com per mimare quella ufficiale di Apple ( appleprivacysecurity@icloud.com ), usando l’account di posta elettronica per contattare le celebrità di cui sopra tramite una campagna mirata di spear-phishing con notevoli percentuali di successo.

L’FBI accusa Majerczyk di aver compromesso 300 account iCloud in 600 occasioni diverse, scaricando materiale “sensibile” in un arco temporale che va dal 23 novembre 2013 ad agosto 2014; i documenti del DoJ citano le celebrità vittime dell’azione di Majerczyk solo con le iniziali, anche se è facile individuare nomi popolari come Jennifer Lawrence (J. L.), Kate Upton (K. U.) e Justin Verlander (J. V.).

Majerczyk ora rischia una pena massima di cinque anni di galera da scontare in una prigione federale, ed è il secondo a dichiararsi colpevole nel caso Fappening dopo il trentaseienne della Pennsylvania Ryan Collins ; secondo le autorità USA, in nessuno dei due casi il colpevole è responsabile dell’upload e la successiva distribuzione on-line delle immagini piccanti. La caccia continua.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
5 lug 2016
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