Tracciamento iPhone, la paura dei consumatori italiani

Tracciamento iPhone, la paura dei consumatori italiani

Adoc chiede al Garante della privacy di intervenire
Adoc chiede al Garante della privacy di intervenire

La coda polemica del caso sollevato dai ricercatori di sicurezza Alasdair Allan e Pete Warren relativo al file conservato sui dispositivi iOS contenente informazioni sugli spostamenti registrati tramite gli strumenti di geolocalizzazione, si estende anche in Italia tramite l’interessamento di un’associazione di consumatori.

L’associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori ( ADOC ) ha infatti chiesto l’intervento del Garante per la privacy e di Apple per chiarire il motivo per cui la Mela raccoglie tali dati e come intende utilizzarli: “È sconcertante la violazione della privacy operata dai dispositivi mobili della Apple ed è gravissimo che i dati raccolti non siano in alcun modo protetti da un sistema di sicurezza – dichiara Carlo Pileri, Presidente dell’ADOC – alla luce di quanto dichiarato da alcuni ricercatori, e rilanciato sulla stampa nazionale e internazionale, i dispositivi iPhone e iPad 3G raccolgono tutti i dati degli spostamenti effettuati dall’utente, archiviandoli in un file sul computer, liberamente accessibile, dopo aver effettuato la sincronizzazione dei dati, un’operazione standard e necessaria per questi dispositivi”.

In realtà – dicono gli stessi Allan e Warren – le informazioni registrate sul file incriminato non sembrano essere attinte da Apple. E l’accessibilità paventata da Pileri è relativa: è vero che il file sul dispositivo è non cifrato, ma nel momento del backup su altro computer Apple mette già a disposizione la possibilità di cifrare i dati. In ogni caso per accedere ai dati occorre prendere possesso del dispositivo o fisicamente o tramite attacco informatico. Inoltre non si tratterebbe di un file segreto come affermato inizialmente dagli osservatori, ma la sua esistenza e funzione sarebbe nota agli addetti ai lavori da tempo .

Adoc chiede al Garante di intervenire per chiarire i punti della questione e, nel caso in cui Cupertino fosse trovata in violazione della normativa sula privacy, di applicare le eventuali sanzioni .

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
22 apr 2011
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