Troppo COFEE rende Microsoft nervosa

Troppo COFEE rende Microsoft nervosa

Il colosso statunitense sguinzaglia i suoi legali nel tentativo di rintuzzare il suo tool forense. Un download finisce offline, milioni continuano a proliferare indisturbati sulle reti di P2P: quel che conta è il principio
Il colosso statunitense sguinzaglia i suoi legali nel tentativo di rintuzzare il suo tool forense. Un download finisce offline, milioni continuano a proliferare indisturbati sulle reti di P2P: quel che conta è il principio

I buoi del pasticciaccio COFEE sono scappati da un pezzo, ma Redmond prova lo stesso a chiudere la stalla per mitigare i danni e riaffermare i propri diritti sul software in oggetto. Dopo il clamore provocato dalla distribuzione non autorizzata del celeberrimo tool per le investigazioni informatiche, almeno uno dei protagonisti paga le spese della divulgazione. Senza risolvere nulla all’atto pratico, visto che il software ormai è in circolazione.

La minaccia legale di Redmond si abbatte sui server di Cryptome.org , sito web che come altri aveva messo a disposizione il download del tool una volta che questo era sostanzialmente diventato di pubblico dominio attraverso le reti P2P. Nella fattispecie la minaccia si è concretizzata nella forma di una “Richiesta di Rimozione Immediata” (“Demand for Immediate Take-Down”) indirizzata a Network Solutions , che fa appunto da host per i server di Cryptom.org.

Costretti a fronteggiare la disconnessione forzata a causa di un singolo download, i responsabili del sito hanno acconsentito alla rimozione del tool mettendo poi in linea la corrispondenza pertinente alla richiesta dei legali Microsoft. Tolto di mezzo un download, a ogni modo, COFEE rimane disponibile in Rete a chiunque sappia far partire un client di file sharing e abbia pochi minuti da perdere per tirarlo giù e installarlo su una chiavetta USB.

Come ha in seguito precisato l’ufficio di Richard Boscovich, avvocato in forze all’ Internet Safety Enforcement Team di Microsoft, l’iniziativa di take down non è d’altronde indirizzata a far sparire COFEE dalla intera Internet (cosa a questo punto più che impossibile per i decenni a venire) quanto piuttosto a ribadire il concetto che il software marcato Microsoft lo distribuisce solo Microsoft, e che i rivenditori autorizzati e la “pirateria” digitale non pagano: mai.

Microsoft si preoccupa poi di mettere in guardia gli utenti dalle versioni di COFEE circolanti online (una delle quali presenta l’ installer modificato), perché “qualsiasi tecnologia non autorizzata può non essere quello che sostiene di essere” e può riservare sorprese alquanto spiacevoli all’ignaro utente-downloader .

Le forze di polizia di tutto il mondo – l’utenza naturale di COFEE – stiano infine tranquille: il punto forte del tool non è la sua segretezza (si tratta pur sempre di un semplice bundle di 150 applicazioni già note) ma la praticità e la facilità di impiego da parte degli investigatori meno smanettoni e tecno-dotati. Per cotali soggetti COFEE rimane accessibile – gratuitamente – attraverso i tradizionali canali del NW3C o dell’Interpol.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
27 nov 2009
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