Uber, scioperi europei

Uber, scioperi europei

Stop al servizio tradizionale dalle 8 alle 22 in Italia e in numerose città europee. Uber risponde offrendo il 20 per cento di sconto
Stop al servizio tradizionale dalle 8 alle 22 in Italia e in numerose città europee. Uber risponde offrendo il 20 per cento di sconto

I tassisti europei oggi hanno scioperato , per la prima volta uniti “contro l’abusivismo e per la legalità”: da Milano a Londra è stato indetto lo stop del servizio dalle 8 alle 22 contro Uber, l’app che offre un servizio di trasporto alternativo configurabile come “auto con conducente” (NCC), accusata di non rispettare le regole del settore.

Nelle città i posteggi dei taxi sono rimasti vuoti ed il traffico bloccato nei centri coinvolti : solo nei 43 comuni del bacino aeroportuale lombardo cinquemila taxi hanno aderito spegnendo i propri motori, così come a Roma, Londra, Parigi, Berlino, Madrid e Barcellona.

A Milano, niente cortei: presidi informativi sono stati predisposti negli aeroporti, nelle stazioni e nelle maggiori piazzole della città (San Babila, Garibaldi, Duomo). A Roma, inoltre, i tassisti continueranno con uno “sciopero al contrario” facendo pagare una corsa solo 10 euro, per adeguarsi ai prezzi dei concorrenti che ritengono illeciti.

In Italia, d’altronde, la tensione non si era placata con l’incontro avvenuto qualche settimana fa tra autorità e tassisti, che era servita a interrompere momentaneamente le proteste di Milano . I rappresentanti dei tassisti del capoluogo lombardo hanno riferito a Punto Informatico che non sarebbero assolutamente contrari all’ingresso di Uber sul mercato, “se si limitasse ai noleggiatori della città e se tornassero nella rimessa”: così come avviene per esempio già a Bologna con un’app che non si appoggia alla startup statunitense e che rispetta le leggi locali. Il problema, insomma, è per i tassisti il rispetto di leggi esistenti e nello specifico l’intenzione del legislatore di demarcare la differenza tra servizio di noleggio e servizio di taxi, regolati peraltro da licenze diverse.

Anche nel corso di quell’incontro, le autorità avevano promesso la discesa in campo di tutte le forze dell’ordine a fianco dei vigili per aumentare i controlli su fuorilegge e abusivi: dall’inizio dell’anno a ieri, la polizia locale che si occupa di taxi, NCC e abusivi ha svolto oltre tremila controlli riscontrando 111 infrazioni, sono state sequestrate 31 vetture (due di UberPop) per esercizio abusivo della professione (cioè per la violazione dell’articolo 86 del codice della strada) e sono state ritirate le carta di circolazione di 80 auto tra NCC che infrangevano l’obbligo di stazionamento in autorimessa (art. 85) e autovetture del tutto prive di licenza (art. 84). A questo occorre aggiungere la questione UberPop: anche se la manager Benedetta Arese ha riferito che si tratti di un regolare servizio di car pooling (uso collettivo di autovetture, da legge regionale 11/2009) con rimborsi spese come da tabelle Aci, solo venerdì scorso i vigili di Milano hanno sequestrato due auto di privati che hanno cercato di difendersi sostenendo tali tesi e che si sono visti confiscare l’auto e ritirare la patente.

In Spagna, nel frattempo, il Ministero dei lavori pubblici ha pubblicato proprio due giorni fa il primo parere su Uber e i servizi omologhi, a cui equipara anche il car sharing di BlaBlaCar, e afferma che le multe possono arrivare a 600 euro per gli utenti dei servizi e 6mila per gli autisti e il governo della Catalogna ha annunciato una causa contro Uber con cui si chiede la chiusura del servizio.

La risposta di Uber allo sciopero e all’attacco mediatico sembra voler sfruttare in positivo i fari puntati: “Oggi prezzi scontati del 20 per cento”, annuncia, e riferisce l’intenzione di intensificare la vigilanza in modo tale da garantire “un servizio sicuro” e scongiurare episodi di violenza come quelli che si sono verificati nei momenti di tensione massima con i tassisti.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
11 giu 2014
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