UE: no alle batterie inquinanti

UE: no alle batterie inquinanti

La proposta di direttiva trova d'accordo tutti i maggiori paesi: riciclare le batterie sarà un obbligo e la loro produzione dovrà limitare al massimo l'uso di agenti particolarmente tossici
La proposta di direttiva trova d'accordo tutti i maggiori paesi: riciclare le batterie sarà un obbligo e la loro produzione dovrà limitare al massimo l'uso di agenti particolarmente tossici

Bruxelles – Ci sono voluti lunghi mesi, ma alla fine sta per vedere la luce la proposta di direttiva europea che, di fatto, metterà al bando la produzione di batterie particolarmente inquinanti, utilizzate oggi in un vastissimo insieme di dispositivi , dalle automobili ai telefonini.

Due i cardini della proposta su cui si raccoglie in queste ore il consenso di molti paesi dell’Unione: bloccare la produzione di batterie che contengano “più di una traccia” di materiali come il mercurio o il cadmio, considerati particolarmente pericolosi per l’ambiente, e rendere obbligatorio il riciclaggio, ossia uno smaltimento più “intelligente” di questi prodotti. Per favorire tutto questo l’obbligo di far sì che tutte le batterie siano rimuovibili .

Una “roadmap” decisa dalla direttiva prevede che entro il 2012 un quarto di tutte le batterie siano raccolte e avviate al riciclo , percentuale che dovrà salire al 45 per cento entro il 2016. Sebbene non si arrivi a definire una data per il “riciclaggio totale” di questi apparecchi, la speranza dell’Unione è di innestare su questo un nuovo mercato, ed indurre quindi via via produttori e consumatori ad un comportamento più “ecologico”.

I primi obiettivi puntano ad un riciclaggio del 75 per cento per le batterie nichel-cadmio, del 65 per quelle che sfruttano reazioni chimiche impiegando certe dosi di piombo e del 50 per tutte le altre. La questione non è secondaria: ogni anno in Europa vengono vendute migliaia di tonnellate di batterie, da quelle per cellulari (160mila tonn.), a quelle industriali (190mila) fino a quelle da veicolo (800mila).

Una batteria Nella direttiva si definiscono anche altri obblighi di sicuro interesse per i sostenitori di politiche più attente alla tutela dell’ambiente: ad esempio dal 2009 tutte le batterie dovranno portare con sé una “data di scadenza”. Una misura, questa, pensata sia per tenere traccia della produzione, che per tutelare i consumatori.

Tra le novità anche la creazione obbligatoria di luoghi a cui gli utenti di batterie possano fare riferimento per procedere allo smaltimento. I negozi che vendono dispositivi con batteria saranno tenuti a ricevere quelle usate dai propri clienti senza costi aggiuntivi . Ed è questa una delle misure chiave e più controverse, perché rientra nel principio secondo cui gli oneri industriali della direttiva dovranno essere affrontati, e pagati, dall’industria di settore.

Il testo definito da Bruxelles, che si ritiene passerà senza problemi il voto dell’Europarlamento e dal Consiglio dei ministri europei, è frutto di un lungo negoziato: come si può immaginare, gli interessi industriali in questa materia sono enormi. Come sempre, una volta approvata, la Direttiva dovrà essere recepita dai paesi membri entro due anni.

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Pubblicato il
4 mag 2006
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