Un ente di controllo per la nanotecnologia?

Un ente di controllo per la nanotecnologia?

Ci si pensa negli Stati Uniti ma è questione che dovrebbe interessare tutto il mondo ricco, là dove i nanocosi vanno diffondendosi nell'industria e nella vita quotidiana
Ci si pensa negli Stati Uniti ma è questione che dovrebbe interessare tutto il mondo ricco, là dove i nanocosi vanno diffondendosi nell'industria e nella vita quotidiana

Riconoscono l’enorme potenziale delle nanotecnologie e le nuove possibilità che queste offrono, eppure gli esperti del Project on Emerging Technologies americano ritengono che vi debba essere un ente pubblico di prima grandezza a monitorare la diffusione dei nanocosi nella società .

Nel corso di un convegno, il think tank del Woodrow Wilson International Center for Scholars e del Pew Charitable Trust ha ricordato come le nanotecnologie non siano più una idea futuristica ma “una questione attuale che va affrontata”. Date le enormi opportunità che offrono le nanotech, e la crescente diffusione, “le nanotecnologie devono essere soggette ad un sistema adeguato di supervisione, pensato per identificare e minimizzare qualsiasi effetto collaterale dei nanomateriali e dei nanoprodotti sulla salute e sull’ambiente”.

L’ analisi presentata al convegno, che di fatto chiede che la potente Environmental Protection Agency (EPA) statunitense divenga questo organismo di supervisione, è un’analisi che raccoglie le preoccupazioni espresse in questi anni da più parti, non ultimo persino dal principe Carlo dìInghilterra .

Sebbene già Nature abbia tentato di gettare acqua sul fuoco , gli autori del Project sono andati a fondo nello stabilire un insieme di strumenti di monitoraggio e nel proporre una serie di azioni “al Governo, all’industria e alle altre parti interessate”.

Difficile dire se l’appello degli studiosi verrà raccolto, ma appare piuttosto evidente quanto un ragionamento sull’argomento debba entrare rapidamente nelle agende di tutto il mondo ricco.

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Pubblicato il
28 mag 2007
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