Un momento nero per BlackBerry

Un momento nero per BlackBerry

L'azienda canadese registra l'ennesimo trimestre in perdita: bruciati più di 670 milioni di dollari, pari a -1,28 dollari per azione
L'azienda canadese registra l'ennesimo trimestre in perdita: bruciati più di 670 milioni di dollari, pari a -1,28 dollari per azione

Tempi sempre più duri per la canadese BlackBerry: la società con sede a Waterloo, Ontario, ha diffuso in questi giorni i dati finanziari relativi al primo trimestre dell’anno fiscale 2016-2017, dichiarando una perdita dei ricavi decisamente sostanziosa, circa 670 milioni di euro, pari a -1,28 dollari per azione .

Blackberry

Il fatturato, 424 milioni di dollari, risulta in calo del 35 per cento rispetto a quello del primo trimestre dell’anno passato, circa 658 milioni di dollari. Una contrazione significativa dovuta anche, stando sempre ai comunicati ufficiali, ai costi di ristrutturazione che l’azienda sta affrontando in questo periodo.

Non è una sorpresa, commentano molti analisti di settore, che tuttavia attendevano risultati peggiori. Da tempo il colosso d’oltreoceano, che ha fatto la storia della telefonia mobile degli ultimi anni, non tiene più il passo con la concorrenza dei marchi hardware e software che si affollano su un mercato sempre più difficile e competitivo che evolve a grande velocità. Sullo sfondo di tutto questo la decisione recente di puntare sempre meno sul sistema operativo proprietario BB10 e di concentrarsi sulla produzione di terminali Android midrange da collocare sul mercato ad un prezzo al di sotto dei 400 dollari. Il cambio di programma, non casuale, è stato adottato anche alla luce dei risultati poco confortanti ottenuti dalla vendita di dispositivi Android di fascia alta.

Basterà la nuova strategia commerciale a risollevare le sorti dell’azienda? Molti ne dubitano, perché il comparto di fascia media non è più semplice e meno competitivo di quello hi-end e perché la compagnia patisce l’inevitabile lentezza e farraginosità tipiche di qualsiasi “riconversione” produttiva.

Luca Barbieri

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Pubblicato il
27 giu 2016
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