Una foto in cambio del DNA

Una foto in cambio del DNA

Girovagava, reflex alla mano, intorno a uffici pubblici. La polizia l'ha fermato, l'ha arrestato e gli ha richiesto i dati biometrici
Girovagava, reflex alla mano, intorno a uffici pubblici. La polizia l'ha fermato, l'ha arrestato e gli ha richiesto i dati biometrici

Reuben Powell si aggirava per le vie di Londra impugnando la sua macchina fotografica, catturando scatti nei pressi di un vecchio ufficio pubblico. È stato arrestato sulla base delle leggi antiterrorismo, ha dovuto favorire impronte digitali e campione di DNA.

“La macchina ha inchiodato come fosse quella di Starsky e Hutch – ricorda Powell – e l’agente è saltato giù in maniera teatrale e mi ha detto che stai facendo? “. Al fotografo è stato spiegato che sarebbe stato controllato sulla base del Prevention of Terrorism Act : in tasca gli è stato trovato un temperino, è stato arrestato e incarcerato, gli sono state prelevate le impronte digitali, il suo DNA convergerà nello sconfinato database che raccoglie le identità biometriche dei cittadini che per qualche motivo sono stati considerati sospetti .

Il fotografo ha trascorso 5 ore in una cella e, a seguito dell’intervento del parlamentare Simon Hughes , è stato rilasciato. Ma il suo DNA rimarrà negli archivi delle forze dell’ordine, nonostante il Regno Unito abbia ricevuto un richiamo da parte della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo, nonostante la Corte abbia ricordato al Regno Unito che la conservazione dei dati relativi a persone innocenti rappresenti una violazione della privacy e rischi di marchiare l’individuo con uno stigma indelebile.

Powell non è l’unico fotografo schedato, vittima delle leggi antiterrorismo. Sono oltre 4 milioni i campioni di DNA collezionati dalle forze dell’ordine dell’Isola. ( G.B. )


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Pubblicato il
12 gen 2009
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