USA, tutti contro le intercettazioni

USA, tutti contro le intercettazioni

Il Nuovo Ordine dell'Internet americana, che prevede backdoor governative su tutti gli ISP a partire dal 2007, non piace né alle aziende né alle associazioni di difesa dei diritti civili. Pronti ricorsi contro il governo federale
Il Nuovo Ordine dell'Internet americana, che prevede backdoor governative su tutti gli ISP a partire dal 2007, non piace né alle aziende né alle associazioni di difesa dei diritti civili. Pronti ricorsi contro il governo federale

Washington (USA) – Niente da fare: l’Internet delle intercettazioni governative obbligatorie e legittime dovrà fare i conti con le spallate di grandi aziende, ISP ed associazioni di cittadini. Sun Microsystems e Pulver sono infatti tra i maggiori promotori di una nuova protesta contro la normativa che costringe gli operatori Internet ad installare backdoor sui loro server.

L’obiettivo della coalizione, che coinvolge numerose associazioni in difesa dei diritti civili, è di affossare una particolare interpretazione della direttiva CALEA , la legge che è stata utilizzata da FCC , l’ente USA delle telecomunicazioni, per decretare l’obbligo di backdoor entro e non oltre il 2007. Secondo Declan McCullagh , tra i maggiori esperti americani di politica delle telecomunicazioni, il gruppo guidato da Sun ha già presentato un ricorso presso il circuito delle Corti d’Appello degli Stati Uniti.

Il Nuovo Ordine di Internet non piace soprattutto perché implica costi esorbitanti , che rischiano di ricadere dagli ISP direttamente sugli utenti. Su questo versante, la protesta è guidata da ITAA , la Information Technology Association of America . Sotto il profilo dei diritti civili, invece, il nuovo corso propugnato da FBI e da NSA rischia di corrodere inesorabilmente la riservatezza dei singoli cittadini, l’inviolabilità della loro corrispondenza elettronica e può contribuire alla realizzazione di quello “stato di polizia” paventato da molti attivisti politici di varia collocazione partitica, all’estero come negli Stati Uniti.

Sebbene il controllo totale delle reti di comunicazione possa dare un contributo contro l’ impennata nei cosiddetti furti d’identità, così come nella difesa delle infrastrutture informatiche nazionali, un numero sempre maggiore di persone vedono avvicinarsi all’orizzonte una sorta di morte delle libertà , sacrificate in nome della sicurezza militare.

Nel frattempo EFF , la storica associazione di San Francisco che si batte per le cosiddette libertà digitali, sta continuando la sua battaglia legale contro l’amministrazione di Washington per fare luce sulle intercettazioni governative condotte su tutta la popolazione statunitense a partire dall’11 Settembre del 2001. Un giudice federale ha infatti neutralizzato il tentativo di insabbiare lo scandalo da parte delle istituzioni federali, autorizzando EFF a procedere contro AT&T ed NSA , accusate di aver violato sistematicamente la privacy di milioni d’utenti in tutto il pianeta. La battaglia è apertissima.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
25 lug 2006
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