Videogiochi contro il dolore

Videogiochi contro il dolore

Uno studio afferma che l'uso dei videogame può avere una quantità di effetti benefici sulle persone afflitte da molte diverse patologie. Ecco di che si tratta
Uno studio afferma che l'uso dei videogame può avere una quantità di effetti benefici sulle persone afflitte da molte diverse patologie. Ecco di che si tratta


Roma – Messi talvolta sotto accusa per i contenuti brutali o a sfondo erotico , sempre più spesso i videogiochi trovano la via delle cronache per i loro veri o presunti effetti benefici . L’ultima novità in questo senso è uno studio secondo cui i videogame possono persino aiutare a superare il dolore .

Stando ad una ricerca di un team di scienziati della britannica Nottigham University , infatti, l’attenzione richiesta da molti videogiochi è in grado di distrarre i pazienti dalle conseguenze dolorose di terapie particolarmente invasive, come la chemioterapia contro i tumori.

“Il grado di attenzione richiesto dall’utilizzo di un gioco di questo tipo – ha dichiarato il leader del team, Mark Griffiths, che ne ha parlato in un articolo sul British Medical Journal – può distrarre il giocatore dalla sensazione del dolore”.

Lo studio condotto dai ricercatori britannici conferma anche un’altra ricerca secondo cui videogiocare consente di sviluppare riflessi e abilità . Questo aspetto risulterebbe particolarmente interessante per la cura di persone con problemi di movimento e coordinazione, nonché per aumentare le capacità di apprendimento di bambini che soffrono di scarsa capacità di apprendimento. Ma i benefici non riguardano solo i più piccoli.

“Vantaggi terapeutici – ha spiegato Griffiths – sono registrati anche per molti adulti, come i tetraplegici con patologie alla spina dorsale, persone con ustioni importanti o con distrofia muscolare”.

Di interesse anche il fatto che il team inglese sembra disconoscere alcune delle conseguenze più spesso associate all’uso di certi videogiochi, dai dolori tendinei alle patologie a carico delle articolazioni, fino ad allucinazioni o, peggio, epilessia. “Alcuni di questi effetti negativi – ha scritto Griffiths – sembrano apparire di rado e si risolvono quando il paziente smette di videogiocare”.

Per il futuro, dunque, il team inglese più che ad una “riabilitazione” dei videogiochi pensa alla necessità di ulteriori ricerche, capaci di mettere a nudo tutti i diversi fattori che in questi game scatenano le reazioni positive. Infine ha indicato come possa portare a buoni risultati anche comprendere quali altre attività, oltre a videogiocare, possano portare a benefici come quello legato alla distrazione del paziente.

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Pubblicato il
19 lug 2005
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