Vietnam, limiti ai videogiochi online

Vietnam, limiti ai videogiochi online

L'amministrazione comunista, preoccupata per la salute dei giovani, pone limiti orari ai giochi multiplayer: massimo tre ore al giorno. Gli investitori stranieri non mollano: il mercato vietnamita è tra i più promettenti
L'amministrazione comunista, preoccupata per la salute dei giovani, pone limiti orari ai giochi multiplayer: massimo tre ore al giorno. Gli investitori stranieri non mollano: il mercato vietnamita è tra i più promettenti

Hanoi – Il Vietnam dell’ Internet censurata dal governo e dell’ arresto sistematico dei dissidenti telematici contrari all’amministrazione comunista, è adesso il secondo stato asiatico, dopo la Malaysia , ad avere norme ben precise che limitano l’uso dei videogiochi online . Il limite è stato stabilito in tre ore giornaliere per fare fronte al numero impressionante di minorenni che passano intere giornate di fronte al monitor, dicono i portavoce del governo.

Il problema al centro delle preoccupazioni dell’amministrazione comunista è il timore dell’esistenza di un nesso ben preciso tra patologie psichiatriche , tutte da dimostrare, ed abuso dei videogiochi multiplayer. Grandissime percentuali di ragazzi e ragazze in età adolescenziale, sostiene l’agenzia AP , hanno sessioni di gioco pressoché estenuanti: alcuni utenti del videogioco “Vo Lam Truyen Ky”, il più popolare del Vietnam, hanno dichiarato di giocare anche dieci o dodici ore al giorno.

La stragrande maggioranza degli utenti dei videogiochi online utilizza i diffusissimi punti d’accesso pubblici , come cybercafe e biblioteche. Si tratta di luoghi strettamente tenuti sotto controllo dal governo comunista, che limita l’accesso ad informazioni indesiderate grazie ad un sistema di filtri centralizzati simile in tutto e per tutto a quello impiegato in molte province della Repubblica Popolare Cinese.

Il ministro dell’informazione e della cultura di Hanoi ha inoltre obbligato i fornitori di servizi e gli stessi produttori di giochi ad introdurre un sistema di “penitenze” per tutti i giocatori che superano il limite massimo delle tre ore quotidiane. In questo modo, ad esempio, i giocatori recidivi che violeranno le norme subiranno una decurtazione del proprio “budget virtuale”, utilizzato per l’acquisto di oggetti digitali e sessioni di gioco. Solitamente, un abbonamento mensile ad un servizio di gaming online ha il costo di circa 4 dollari.

La mossa a sorpresa del governo vietnamita non sembra comunque spaventare gli imprenditori stranieri, che tengono gli occhi puntati sulla rapidissima espansione del mercato digitale nel popoloso paese comunista: secondo alcune analisi offerte da numerosi istituti di ricerca, il Vietnam rappresenta il secondo mercato videoludico più redditizio dopo la Corea del Sud. Ciò si deve a fattori demografici: il numero dei cittadini con età inferiore ai 18 anni è estremamente alto.

Molti giochi online vietnamiti, almeno per il momento, vengono gestiti direttamente dal governo attraverso un’azienda statale, la Vietnam Software and Media Company, che conta sul supporto dell’unico operatore telefonico nazionale, anch’esso controllato dallo Stato. L’unica software house vietnamita acquista licenze esclusive da produttori stranieri, specialmente cinesi e sudcoreani, per poi proporre i titoli ai propri cittadini.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
23 giu 2006
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