WebTheatre/ Burning Current

WebTheatre/ Burning Current

di Gabriele Niola - Finalmente un'idea italiana, un reportage per il web di Current Tv, dimostra le opportunità che si celano nella comunità lanciata da Al Gore. Uno sguardo ad un nuovo modo di produrre un reportage
di Gabriele Niola - Finalmente un'idea italiana, un reportage per il web di Current Tv, dimostra le opportunità che si celano nella comunità lanciata da Al Gore. Uno sguardo ad un nuovo modo di produrre un reportage

Fa piacere poter parlare finalmente di un esperimento italiano virtuoso di web tv, uno dei pochi esempi che si possano trovare di contenuti audiovisuali in lingua italiana ritagliati, confezionati, pensati, scritti e distribuiti in maniera coerente con il pubblico che poi ne fruirà e con il mezzo che li veicola. Video che tentano di spingere un po’ oltre il confine di ciò che si può fare nella rete e per la rete.

un momento del reportage A patrocinare il tutto c’è CurrentTV Italia che a tre mesi dalla prima messa in onda delle sue trasmissioni dimostra di avere delle carte da giocare non solo sul versante puramente televisivo (quello dei programmi che vanno in onda sul canale satellitare) ma soprattutto sul versante della community che si crea sul sito e dei video relativi.
La parte internet della televisione di Al Gore infatti ha una sua vita semi-parallela rispetto a quella televisiva, sul sito ci vanno solo alcuni dei pod (minidocumentari da 6-8 minuti inviati dagli spettatori e selezionati dalla redazione) che si vedono in tv, vi si trovano soprattutto notizie, video e segnalazioni di chi partecipa alla community.

E proprio con l’idea di mandarli unicamente sul sito sono stati confezionati i video reportage dal Burining Man 2008 che Current ha realizzato e pubblicato durante i 10 giorni della manifestazione (culminati con una diretta dell’evento principale, il rogo del fantoccio gigante, mandata in onda in televisione). Una serie di video non inviati dagli utenti ma fatti da Current stessa, presente in Nevada con l’inviato Valerio Bergesio, che hanno dimostrato la possibilità di una via al reportage che sia assolutamente in linea con le rivoluzioni di linguaggio che vediamo nelle serie per il web, nei video user generated e negli esperimenti più interessanti di cinema per internet: i dispositivi di messa in scena sono resi espliciti, chi conduce è chi fa il reportage e spesso tiene la videocamera (piccola e agile) in mano quando si riprende, il tono è scanzonato come sempre in rete ma mai superficiale, non c’è differenza tra in onda e fuori onda, le parti non previste per la messa in onda sono trattate al pari di quelle invece più studiate e il tono del reporter non è di chi guarda l’evento da fuori ma di chi ci è dentro.
Oltre a questo i video parlano ad un pubblico geek (che è un po’ il target di CurrentTV) e lo fanno mostrandosi tali, riassumendo cioè lo spirito del canale: c’è il viaggio, l’ambientalismo, l’esotismo di nicchia (cioè il deserto), la cultura alternativa, la voglia di conoscere, lo stile di vita geek e la ricerca di argomenti interessanti che non siano coperti da nessun altro. Il tutto con un piglio correttamente divertito.

Come sempre infatti la professionalità in rete è mascherata da uno stile informale che in questo caso non si vergogna della camera a mano e non si vergogna di un audio non perfetto (ma sempre audibile senza problemi). I video del reportage dal Burning Man 2008 di CurrentTV possono sembrare filmini amatoriali delle vacanze solo ad un’occhiata molto superficiale e distratta, in realtà sono frutto di un forte lavoro di selezione, preparazione e tecnica, sono colmi di idee e di modi diversi di mostrare un evento nel suo svolgersi.

un momento del reportage Basta guardare come si alternano le immagini girate sui luoghi con gli intermezzi più discorsivi che vedono il reporter inquadrato dal punto di vista tipico di una webcam e con le cuffie indosso (cosa che lascia intuire sia nell’atto di montare il video in questione e quindi identifica il momento come quello della postproduzione e della “riflessione” rispetto al momento dell’azione costituita dalle riprese sul campo). Questo elimina la televisivissima voce off che solitamente è il mezzo più usato per spiegare e raccontare le immagini che si vedono ed è pigramente ancora molto utilizzata nei video per la rete fatti dai colossi dell’informazione.
Anche le interviste sono tradotte e commentate non con i tradizionali sottotitoli ma in una maniera molto più intelligente e per un pubblico che ormai l’inglese lo capisce. Queste infatti sono mandate senza traduzione ma alla fine di ogni risposta si ritorna all’inquadratura in stile webcam nella quale l’intervistatore stesso illustra cosa abbia detto l’intervistato, operando oltre alla traduzione anche un’integrazione di quelle parole con dei dati accessori, delle spiegazioni e delle informazioni che, data la particolarità dell’evento documentato, non sono necessariamente padroneggiate da tutti e che in fondo sono la vera missione del reportage.

Come quasi sempre su internet, la necessità di proporre contenuti leggeri per invogliare alla visione l’utenza distratta, che è tipica del mezzo, nasconde un modo ancor più raffinato di raggiungere il proprio scopo che nel caso di una webserie è veicolare dei significati attraverso un racconto e nel caso di un reportage è dare informazioni attraverso interviste, immagini, racconti ed eventi.

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Gabriele Niola
Il blog di G.N.

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Pubblicato il
11 set 2008
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