WebTheatre/ RAI paga la Rete per farsi prendere in giro

WebTheatre/ RAI paga la Rete per farsi prendere in giro

di G. Niola - Parodie su commissione per svecchiarsi pur rimanendo sé stessa: reclutando TheJackaL, l'emittente offre un trampolino di lancio alla propria piattaforma
di G. Niola - Parodie su commissione per svecchiarsi pur rimanendo sé stessa: reclutando TheJackaL, l'emittente offre un trampolino di lancio alla propria piattaforma

Dopo La Buoncostume e ThePills la Rai ha acquistato una serie anche da TheJackaL . Al collettivo di Napoli ha commissionato una serie di parodie dei propri programmi, sulla falsariga di quanto avevano già fatto in proprio con Don Matteo Begins : prendere un format noto e mescolarlo con qualcosa di diametralmente opposto, di molto filmico, molto audace e molto internazionale. L’idea ancora una volta non è buona quanto la realizzazione, capace di creare una piccola magia su uno spunto abbastanza abusato.
Il progetto è chiamato Mash-Up! e si fonda sul contrasto tra nomi, luoghi e situazioni da tv innocua e popolare con il loro omologo più duro e privo di compromessi proveniente dagli Stati Uniti, tutto all’insegna dell’assoluzione della prima e non di una sua messa alla berlina come accadeva in Don Matteo Begins (decisamente più cattivo).

Un Trono al Sole

È evidente come RAY in questa maniera lavi molti dei contenuti Rai, li pulisca e li faccia sponsorizzare (sebbene a modo proprio) da talent della rete. L’obiettivo finale è sempre quello, molto chiaro e condivisibile, di aumentare la penetrazione di contenuti Rai presso fasce di pubblico che è facile perdere. ThePills come La Buonacostume o TheJackaL sono solo testimonial, porte di ingresso nel mondo RAY che poi è costituito da spin-off e contenuti molto più addomesticati, come quelli relativi a Braccialetti Rossi , il talent su Un posto al sole con Claudio Di Biagio e via dicendo.
Mediaset, che pure aveva iniziato a collaborare con ThePills , sembra non credere altrettanto in queste capacità o non aver trovato con loro un compromesso accettabile. Dunque, essendo arrivata praticamente prima sul territorio dei talent della rete, la Rai può commissionare loro quel che sanno fare a costi irrisori (paragonati a quelli delle produzioni cui l’azienda è abituata) e con la promessa, spesso mantenuta, di un passaggio televisivo.

È quello che è successo a 140 secondi , webserie che ha esordito direttamente su RAY, portando alla ribalta un autore in precedenza sconosciuto ad internet. Dopo il successo dei passaggi online ora gli episodi di 140 secondi possono essere visti su Rai Due alle 21.00, lo slot che da tempo il canale ha riservato alle piccole produzioni della rete e che è stato inaugurato da Una mamma imperfetta .
Quella che nasceva come una forma di produzione a suo modo sovversiva, concepita in contrapposizione alla produzione mainstream e in molti casi realizzata da professionisti diventati tali all’esterno del sistema, diventa adesso lo strumento attraverso cui il sistema audiovisivo rinnova la propria immagine.

Era un passaggio inevitabile nel momento in cui rimanere indipendenti in rete significa non guadagnare nulla. Se però la TaoDue (per fare un esempio) ha preso molti dei talenti emersi in rete affidando loro produzioni “diverse” (un film, una serie tv) in modo da mettere a frutto le proprie idee in altri campi, la Rai ha deciso di far fare loro esattamente ciò per cui sono diventati famosi, a proprio beneficio. Eppure sembra che nessuno dei due ne esca intaccato.
Se per chi produce si tratta solo di un altro lavoro tra molti, per la Rai è invece l’inizio della ricerca di una maniera per rimanere se stessa e perpetuare il tono dei propri prodotti anche online. L’immagine dei TheJackaL di certo non diventerà più acquietata solo per aver fatto Mash-Up! , come del resto non lo è diventata quella di ThePills dopo Zio Gianni , mentre per svecchiare quella della Rai ci vorrebbe qualcosa di più sostanzioso.

Le parodie che i TheJackaL stanno consegnando a Rai mettono infatti a confronto Un medico in famiglia con Breaking Bad , Il trono di spade con Un posto al sole e via dicendo, spesso trovano una vena comica realmente divertente, in altri casi mostrano un po’ di stanchezza. In ogni caso operano una presa in giro benevola perdendo quella che dovrebbe essere l’unicità dei contenuti pensati per la rete. Per come sono realizzati sia Mash-Up! che Zio Gianni che 140 secondi hanno infatti un tono pronto per la televisione, non possiedono una piattaforma d’elezione, appartengono ad un reame più ampio, si pongono a metà tra ciò che si vede in tv e i temi o i modi di mettere in scena della rete.

MASH-UP – Un trono al sole

Gabriele Niola
Il blog di G.N.

I precedenti scenari di G.N. sono disponibili a questo indirizzo

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
25 giu 2015
Link copiato negli appunti