Presi due cracker romani

Presi due cracker romani

La Polizia Postale di Bologna li ha identificati e denunciati per accesso illegale a sistemi informativi protetti e per possesso abusivo di dati di altri utenti. Uno dei due si difende: amo la tecnologia e non faccio danni
La Polizia Postale di Bologna li ha identificati e denunciati per accesso illegale a sistemi informativi protetti e per possesso abusivo di dati di altri utenti. Uno dei due si difende: amo la tecnologia e non faccio danni


Roma – Due ventenni di Roma sono stati identificati e denunciati all’autorità giudiziaria dalla Polizia Postale di Bologna. L’accusa è di essere entrati nei sistemi informativi di un’azienda americana che ospita server gestiti da una società italiana. Da lì avrebbero condotto varie operazioni, impossessandosi anche di nome utente e password di un numero imprecisato di utenti internet.

La ricostruzione delle indagini indica che per utilizzare il server negli Stati Uniti, gestito dalla WideStore di Ferrara, i due avrebbero sfruttato le vulnerabilità di un altro server appartenente alla AT&T, la più importante tra le compagnie telefoniche statunitensi.

Uno dei due, identificato solo come N.M, è un nome a quanto pare già noto alle forze dell’ordine perché circa un anno fa aveva aggredito alcuni siti per operazioni di defacement, limitandosi quindi alla sostituzione o modifica delle loro home page.

Insieme a F.D., N.M per molti mesi si sarebbe servito del server nordamericano per ottenere un accesso veloce a contenuti digitali come musica, film, videogiochi e altro software. Da quel server insieme avrebbero poi fatto partire non meglio definiti attacchi informatici.

A quanto pare le indagini sono partite più di un anno fa dopoché la WideStore aveva iniziato a registrare alcuni problemi di gestione del server. I due giovani cracker si sarebbero persino vantati in chat delle proprie imprese.

Per entrare in possesso degli account di accesso di altri utenti internet, i due avrebbero poi sfruttato software di keylogging depositati nei loro computer. Software che, registrando quali tasti vengono premuti sulla tastiera, avrebbero fornito ai due le informazioni necessarie. Quegli account venivano poi sfruttati dai due cracker per rendersi più facilmente “anonimi” in rete. Anche per questo la denuncia parla non solo di “accesso illegale” ma anche di “detenzione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici”.

Da parte sua M.N. in una breve intervista ha dichiarato di essere disoccupato, di aver sempre amato l’informatica e i videogiochi e di possedere un diploma da odontotecnico. Secondo N.M. non è stato complesso individuarlo per le ingenuità da lui commesse nell’accesso al server nordamericano, soprattutto le prime volte che vi accedeva. N.M. ha anche sostenuto di essere stato spinto solo dalla curiosità e non da motivi politici o altro, di non aver mai voluto danneggiare siti o aziende e comunque di non aver mai creato problemi seri.

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Pubblicato il
9 lug 2003
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