Siti civetta contro il P2P

Siti civetta contro il P2P

Una vecchia conoscenza mette in piedi un sito pieno zeppo di film da scaricare e condividere. Ma i downloader sentono puzza di bruciato e dopo qualche tempo svelano l'inganno. Al che il sito sparisce
Una vecchia conoscenza mette in piedi un sito pieno zeppo di film da scaricare e condividere. Ma i downloader sentono puzza di bruciato e dopo qualche tempo svelano l'inganno. Al che il sito sparisce

Ci ha pensato ZeroPaid a svelare l’ennesimo stratagemma di MediaDefender , da molti anni il partner privilegiato delle major hollywoodiane per combattere la pirateria sul P2P . Questa volta l’azienda di Santa Monica aveva realizzato un intero sito internet dedicato al download di film, con tanto di applicazione da scaricare che prometteva “miracoli” per il download di nuovi titoli in semplicità.

All’indirizzo www.miivi.com (ma anche.net) era possibile scaricare un simpatico programmino in grado di consentire l’accesso ad una rete di sharing attraverso la quale ottenere i maggiori successi dell’industria cinematografica americana come 300 o Batman Returns . Peccato che la suddetta applicazione raccogliesse anche informazioni sul contenuto dei dischi dell’ignaro utente, riferendo tutto a MediaDefender e quindi alla MPAA .

Secondo quanto si legge su TorrentFreak inoltre, ci avrebbe pensato lo stesso programma ad infilare i “film giusti” nella propria coda di download: una specie di applicazione in stile web 2.0, per garantire che tutti coloro che aderissero al programma si ritrovassero prima o poi con un bel po’ di materiale illegale sul proprio computer anche senza averne fatto richiesta .

La home dell'ex-sito

MediaDefender, sospettano in molti, non si accontentava più di infilare sulle reti P2P torrent fasulli o di impiegare i soliti metodi per combattere la pirateria: MiiVi anzi segna un cambio di strategia, con la creazione di un sito civetta sullo stile di quelli usati dalle forze dell’ordine per individuare e catturare i pedopornografi . Ma nel caso di MiiVi è giusto parlare di lotta alla criminalità o piuttosto di scam oppure phishing ?

Sono bastate 24 ore da quando si è iniziato a parlare del sito, per far sparire dalla rete MiiVi e la sua “minaccia”, e questo forse la dice lunga su quanto una iniziativa del genere giri sul filo dell’illegalità. Certo, l’idea dell’azienda di registrare il dominio dando in pasto allo WHOIS il proprio nome non sembra essere stata tra le più azzeccate. Nulla toglie però che a Santa Monica ci riprovino presto, magari standoci più attenti.

A nemmeno un giorno dalla scoperta , dunque, è già tutto offline . Il dominio è stato già ceduto a Go Daddy , host statunitense, e dell’applicazione e del sito originario non vi è più alcuna traccia . MiiVi.com era stato registrato lo scorso 11 marzo: da allora avrà senz’altro tratto in inganno almeno qualche “scaricatore” alle prime armi , magari in cerca di una soluzione rapida e facile da usare per scaricare “quei film dalla rete di cui tutti parlano”.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
5 lug 2007
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