Gli utenti dei servizi Internet di Alice che sbagliano la digitazione di un indirizzo sul proprio browser da alcuni giorni anziché ricevere avviso di errore o accedere a Google finiscono su una pagina web di Virgilio Alice. Una pagina che segnala l’errore di digitazione e spinge a cercare direttamente nel motore di ricerca gestito dalla società di Telecom Italia ciò che si andava inseguendo in rete: oltre a promuovere altri link interni ad Alice, con un clic gli utenti possono accedere ad una ulteriore pagina di Alice nella quale vengono elencati una decina di motori di ricerca alternativi con i relativi logo. Cliccando su uno di essi si viene alfine trasportati sulla relativa home page.
La novità destinata ad esaltare i servizi Virgilio per ora non sembra incontrare il favore degli utenti. Abituati a finire su Google in caso di errore e a poter così utilizzare senza ulteriori clic il più quotato dei motori di ricerca, si ritrovano ora a dover utilizzare il search di Alice e a dover navigare sul sito che fa capo all’incumbent.
In molti hanno scritto in redazione negli ultimi giorni per segnalare quello che qualcuno ritiene un guasto, e che qualcun altro ha definito in modo più colorito; nel frattempo non mancano i blogger che rilanciano la questione. C’è chi parla di fregatura , di procedura “invasiva”, altri ancora di comportamento scorretto se non persino di schifosi DNS pubblicitari .
C’è anche chi entra nel dettaglio della disabilitazione , con le procedure necessarie a liberarsi del servizio non richiesto . Una procedura che viene peraltro descritta da Telecom in una pagina a parte, “Informazioni sul servizio”, anch’essa depositata sui server di Alice. In quella pagina si spiega che per liberarsi del problema è necessario modificare i propri DNS e si offre una procedura guidata per i sistemi Windows e quelli Mac.
Per fare un esempio, cliccando su “Windows XP” si viene catapultati su una pagina denominata Verifica impostazioni ADSL : in fondo alle schermate presenti in quella pagina, chi ha una qualche dimestichezza con Windows non avrà difficoltà a capire, pur guardando istruzioni pensate per un altro scopo, quali siano e dove siano le “caselline” in cui inserire i DNS corretti, indicati da Telecom nella pagina precedente.
Chi invece dovesse non riuscire a far da sé può comunque rivolgersi all’ assistenza dedicata agli utenti Alice di Telecom Italia: il servizio telefonico è attivo dalle 8 alle 24 tutti i giorni ma costa qualcosina (50 centesimi al minuto). Gli utenti ADSL possono comunque interrogare gratuitamente il servizio di assistenza web che richiede il download di un software dedicato e che funziona solo per piattaforme Windows. Una volta scaricato il software è sufficiente registrarsi: a quel punto è possibile interpellare un operatore per sapere come disattivare il servizio non richiesto, ovvero come intervenire nel proprio OS per cambiare i DNS.
Al palesarsi della novità impostata da Telecom in molti hanno citato i servizi Site Finder di VeriSign che i lettori di Punto Informatico conoscono bene e che furono lanciati nel 2003: si trattava di un giochino che impostava il redirect automatico della navigazione degli utenti che nel recarsi su domini.com o.net avessero sbagliato la digitazione della URL. Anche in quel caso, il tutto era pensato per promuovere i servizi internet di VeriSign. Un caso che finì di lì a poco con la scomunica di ICANN che impose a VeriSign di cambiare rotta.
Tra le conseguenze indirette dell’introduzione di Site Finder anche il fatto che rendeva la vita difficile ai sistemi antispam , una situazione che secondo Matteo Moro , celebre blogger che ha indagato sulla questione dei DNS di Alice, per certi versi si ritrova anche in questa occasione. In particolare Moro racconta la vicenda del DNS e spiega nel dettaglio il funzionamento delle liste nere antispam basate sul DNS, le DNSBL, che comprendono IP ritenuti dai tenutari delle liste IP spammatori, fonte di spam.
Nel caso di Alice, Moro spiega come alcuni server DNS di Alice ADSL da qualche giorno restituiscono l’indirizzo IP 212.48.8.140 anche quando viene richiesto un hostname inesistente . “In un primo momento – scrive Matteo Moro – non avevo collegato le due cose, ma poi il problema è diventato ovvio. Affinché un messaggio in arrivo sia considerato valido dal mio mail server, la query DNS sulla lista antispam non deve fornire risultati. Se il DNS di Alice fornisce in ogni caso un risultato (l’IP del server di Virgilio, nel caso in cui l’host sia inesistente), si può capire come mai tutte le mail entranti venissero bloccate. La soluzione? Utilizzare il DNS già presente e configurato sul mio server. Per una mia leggerezza, tutte le macchine della rete lo usavano già, ad eccezione del server stesso. Mi è bastato disabilitare l’impostazione automatica del DNS e inserire “nameserver 127.0.0.1″ in /etc/resolv.conf per avere tutto nuovamente funzionante”.
Al momento della stesura di questo articolo non è stato possibile ottenere un commento da Telecom Italia, che pubblicheremo con la dovuta evidenza non appena dovesse pervenire.
Update 10 luglio
Telecom Italia è intervenuta sulla questione in una nota trasmessa a Punto Informatico , che è pubblicata a questo indirizzo .