NASA aspiri alla fantascienza

NASA aspiri alla fantascienza

Un rapporto dell'Accademia Nazionale delle Scienze spinge verso le tecnologie all'avanguardia. Perché lo shuttle non è tutto
Un rapporto dell'Accademia Nazionale delle Scienze spinge verso le tecnologie all'avanguardia. Perché lo shuttle non è tutto

L’Accademia Nazionale delle Scienze ha proposto una nuova ricetta per riportare la NASA agli originali splendori : costituire un’organizzazione indipendente all’interno della stessa agenzia spaziale per lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia.

D’altronde, si legge nel report, NASA sta passando un periodo di difficoltà . La flotta di shuttle utilizzati negli ultimi anni sta invecchiando e a breve saranno mandati in pensione, mentre la generazione successiva Orion non sarà pronta prima del 2015 e nel frattempo gli astronauti americani chiederanno un passaggio alle navi russe Soyuz per raggiungere le stazioni spaziali da completare.

Questo gap, inoltre, coincide con un periodo tecnologicamente insoddisfacente: rispetto agli anni occorsi a portare il primo uomo sulla Luna, negli ultimi 30 anni non vi sono stati grandi sviluppi nel sistema di propulsione.

I problemi sono sia di natura finanziaria che strategica. I finanziamenti sono passati dai 4,5 miliardi del 1966 ai 18 miliardi di dollari oggi, ma in proporzione al budget federale sono diminuiti dal 4 all’1 per cento e ora non sembrano sufficienti neanche per gli obiettivi di breve termine.

Programmaticamente, inoltre, l’agenzia si è accontentata di missioni specifiche ed obiettivi limitati e, ha detto Ray Colladay, vice segretario della Commissione che ha effettuato lo studio, manca la necessaria spinta verso tecnologie avanzate che “guardino a cosa farà il paese fra 20 anni”.

Il rapporto ha affermato infatti che NASA potrebbe servire meglio gli interessi nazionali allineandosi agli obiettivi economici, ambientali e strategici del paese: ponendo l’enfasi su ricerca e sviluppo. Per esempio si propone lo sviluppo di impianti di energia solare spaziali e, ha detto Collady, di “monitorare più attentamente il riscaldamento globale”. Per allargarne il respiro, concentrarsi sulle possibili tecnologie all’avanguardia e su obiettivi ambiziosi e lungimiranti come la ricerca di altre forme di vita nell’universo e di espandere le frontiere dell’attività umane nello spazio.

Il documento invita, quindi, a ristrutturare la ricerca: costituire un gruppo competitivo pescando talenti da università, settore privato o altre agenzie governative in un modo più competitivo. Inoltre è necessario un approccio più orientato al futuro: prevedere i bisogni per anticipare le soluzioni. D’altronde, si chiede il gruppo, la NASA è ancora un centro di ricerca o ha perso questa connotazione per orientarsi all’esclusiva produzione di shuttle?

Può e deve tornare, tuttavia, ad occuparsi del futuro con un’organizzazione nuova e più dinamica, come la Defense Advanced Research Project Agency (DARPA) per il Dipartimento della Difesa e puntando ad attirare nuovamente le giovani menti del paese. Il portavoce della Space Foundation Brendan Curry ha sottolineato come la concorrenza sia importante per assicurasi i migliori cervelli: “Occorre solo un anno ad Apple per fare un nuovo iPhone, mentre NASA impiega gli stessi shuttle da 30 anni: ci sono giovani che vorrebbero lavorare con NASA ma alla fine scelgono Apple”.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
10 lug 2009
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