Julian Assange, la voce e il volto di WikiLeaks, ha siglato un accordo con il Partito Pirata svedese . Il portavoce della Wiki di delazioni si trovava in visita in Svezia, dove ha incontrato il locale Partito Pirata, trovando così un alleato nella crescente sfida che vede il sito contrapposto al Governo degli Stati Uniti.
Il partito che, conquistando alcuni seggi nelle scorse elezioni europee, ha portato le istanze del movimento pirata fino al parlamento europeo, ha offerto a Wikileaks di ospitare alcuni dei suoi server, banda con cui collegarsi (così come fa già con Pirate Bay) e, in generale, di aiutarlo a portare avanti le operazioni di pubblicazione di documenti riservati . In particolare, auspica Assange, portando avanti proposte di legge a protezione della libertà di informazione (magari seguendo – afferma – il modello islandese ).
“Siamo esaltati dall’idea di poter aiutare Wikileaks” ha commentato il segretario del partito Rick Falkvinge. Un aiuto che, nel caso in cui alle prossime elezioni dovesse riuscire ad aggiudicarsi almeno un seggio, significherebbe immunità parlamentare : i server, ufficialmente controllati dal partito politico , opereranno sotto la responsabilità dell’eletto, insomma direttamente da dentro il Parlamento svedese . Un non piccolo grattacapo per le altre autorità interessate a mettere le mani sulle fastidiose “spie”.
Julian Assange e Wikileaks si trovano ultimamente nell’ occhio del ciclone in particolare negli Stati Uniti: dopo la pubblicazione di più di 70mila documenti (e con 15mila, dice, nella posta in uscita ) dell’esercito statunitense relativi alla guerra in Afganistan, le operazioni svolte dal sito e la loro moralità sono al centro del dibattito politico e i suoi collaboratori tenuti sotto stretta sorveglianza.
L’impressione, inoltre, è che si stiano stringendo le maglie intorno al website e che le autorità, nei cui propositi sembrano riecheggiare le parole del Segretario della difesa Robert Gates , intendano intervenire.
Fra le ipotesi ventilate, sembrerebbe esserci quella di accusare Assange (cittadino australiano che vive tra Islanda, Svezia e Belgio) di spionaggio . Oppure quella di sferrare un vero e proprio cyberattacco governativo per bloccare la pubblicazione dei nuovi documenti. Contro cui, però, Wikileaks si sarebbe già tutelata con la pubblicazione del file (1,4 GB di documenti scottanti, un file 19 volte più grande dei GB totali dei 76mila già divulgati) criptato insurance.aes256 , i cui seed sarebbero già piantati in Europa, Australia, Islanda, Canada e Stati Uniti.
Per il resto, dal punto di vista legale, il sito e i suoi membri (e in generale i media) non sono sottoposti negli Stati Uniti ad alcun obbligo di segretezza: possono pubblicare anche documenti riservati dal momento che ciò corrisponde all’interesse pubblico (secondo il principio di libera informazione).
Claudio Tamburrino