La Casa Bianca vuole la mappa del cervello umano

La Casa Bianca vuole la mappa del cervello umano

Una nuova iniziativa federale mira a codificare il funzionamento del cervello attraverso uno sforzo tecnologico senza precedenti. Che creerà un'industria di cui tutti potranno beneficiare
Una nuova iniziativa federale mira a codificare il funzionamento del cervello attraverso uno sforzo tecnologico senza precedenti. Che creerà un'industria di cui tutti potranno beneficiare

Dopo aver contribuito ad aprire nuovi orizzonti biotecnologici con il Progetto Genoma Umano, il governo federale statunitense intende ora guidare le scienze e le tecnologie cognitive verso un progresso senza precedenti con lo studio e la mappatura del funzionamento del cervello umano. Il nuovo piano si chiama Brain Activity Map ed è pensato per “organizzare uno sforzo nazionale” capace di affrontare e vincere la sfida della conoscenza sui meccanismi della coscienza, le funzionalità basilari della macchina pensante contenuta nella scatola cranica di (quasi) ogni essere umano e il modo migliore di affrontare i malfunzionamenti di tale macchina.

Non si tratta di aumentare i fondi federali da spendere in ricerca e sviluppo, dicono gli scienziati che hanno convinto Barack Obama della validità del progetto, quanto piuttosto di ridurre i costi per tutti usando strumenti tecnologici e conoscenze non ancora disponibili.

I fondi aggiuntivi ci saranno, sembra promettere l’inquilino della Casa Bianca, ma non è questa la cosa importante: l’importante è far convergere gli obiettivi sin qui disgiunti di teorici, ricercatori sperimentali ed esperti di archiviazione dati in formato digitale per raggiungere l’ambizioso obiettivo di capire “come” e “cosa” il cervello pensa sin nei minimi dettagli degli scambi fra i componenti della macchina cerebrale.

Brain Activity Map mira insomma a fare da “ombrello” alle singole iniziative sin qui prese da organizzazioni e società private , e l’impegno ufficiale della Casa Bianca rispecchia gli sforzi che al di qua dell’Atlantico si stanno facendo per raggiungere lo stesso traguardo .

Quali che siano i risultati ottenuti dal nuovo progetto, infine, c’è chi mette le mani avanti e smonta l’eccitazione da “singolarità” dispensata a piene mani dal futurista Ray Kurzweil e sodali: anche conoscendo il funzionamento del cervello umano non saremo mai in grado di replicarlo “in silicio”, avverte il neuroscienziato Miguel Nicolelis, perché “il cervello non è computabile” e la coscienza è frutto non replicabile di interazioni non lineari che avvengono fra miliardi di cellule.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
20 feb 2013
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