Cyanogen raccoglie milioni

Cyanogen raccoglie milioni

Ci sono 30 milioni tondi tondi in banca a disposizione per trasformare la mod in un vero sistema operativo mobile. Magari anche in collaborazione con Oppo. E poi c'è Tizen che si rifà vedere in giro
Ci sono 30 milioni tondi tondi in banca a disposizione per trasformare la mod in un vero sistema operativo mobile. Magari anche in collaborazione con Oppo. E poi c'è Tizen che si rifà vedere in giro

Cyanogen, azienda fondata per sviluppare la più famosa delle versioni modificate di Android, ha raccolto una seconda tornata di finanziamenti per l’ammontare di 23 milioni di dollari: fondi destinati a permettere l’assunzione di almeno altri 50 dipendenti, tecnici, sviluppatori e non solo, per consentire a CyanogenMod di fare il grande salto: non più solo un prodotto destinato a smanettoni e utenti avanzati, bensì un progetto in grado di rispondere meglio di Android alle richieste e le esigenze del pubblico .

In totale sono ormai 30 milioni di dollari i finanziamenti raccolti da Cyanogen in due tornate: l’azienda ha piccole sedi a Seattle e in Silicon Valley, con un totale di 25 dipendenti che lavorano in parte anche da casa. Con i nuovi liquidi sarà aperta una sede a Shenzen , in Cina, per lavorare a più stretto contatto con i partner hardware che vorranno sfruttare la mod Android per i propri prodotti: che non saranno soltanto smartphone, ma anche tablet e magari pure smart TV e altri device elettronici.

Con un totale di 75 teste, Cyanogen conta di riuscire a costruire un Android migliore di Android : di base la tecnologia resterà la stessa, ma tutto quanto vi è costruito sopra, dalle funzioni ai software integrati, sarà modellato su quanto i creatori della mod ritengono più adeguato a rispondere alle esigenze degli utenti. Semplificare ed allargare la disponibilità dei pacchetti di installazione farà parte di questo sforzo, con l’obiettivo (anche) di rientrare su Play Store. La cacciata dal marketplace è stata solo un equivoco , dovuto al fatto che Google ha ritenuto le informazioni contenute nell’installer insufficienti a spiegare agli utenti che tipo di modifica stavano apportando allo smartphone (molto spesso irreversibile, a meno di non essere pratici di ripristini forzati): il pacchetto sarà migliorato e riproposto a Mountain View, che non dovrebbe avere problemi a riammetterlo.

Lo scopo di questo imponente finanziamento non è tuttavia quello di accontentarsi di proporsi come una “skin” a disposizione sul Play Store. Come dimostra il lavoro svolto con Oppo, il cui N1 con CyanogenMod di serie sarà in vendita dalla settimana prossima avendo ottenuto l’approvazione secondo i criteri di validazione di Google, l’obiettivo futuro comprende anche la produzione di terminali che incorporino la versione alternativa di Android direttamente installata . Per così dire Cyanogen diventerà una diversa fragranza di Android, completamente compatibile con l’ecosistema di Google, che i produttori e i consumatori potranno decidere di scegliere per assecondare le proprie specifiche richieste. La natura open della struttura base di Android lo consente, e Cyanogen ribadisce che intende continuare a sviluppare le proprie modifiche nel rispetto della filosofia Open Source che fin qui l’ha contraddistinta.

Se davvero andrà come programmato, molto presto ad Android e iOS si affiancherà dunque un altro ecosistema: un terreno che si va facendo affollato, visto che ci sono in partita anche Windows Phone, Blackberry, Sailfish OS e Tizen. Quest’ultimo si è fatto risentire nelle indiscrezioni: per il Mobile World Congress di Barcelona, che si tiene in Spagna a febbraio , è annunciato il debutto di un’ennesima “milestone” tecnica dell’OS sviluppato da Samsung, a cui potrebbero essere abbinati finalmente anche dei terminali destinati ai consumatori e non più solo agli addetti ai lavori . Tizen, come Android, mira a diventare un ecosistema costituito non solo da cellulari: nel suo futuro a Seoul sperano ci siano anche set-top-box e altri apparecchi, sempre che ci sia realmente spazio per ancora un altro ecosistema nel panorama dell’elettronica di consumo.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
23 dic 2013
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