Anche in Canada si filtra il P2P

Anche in Canada si filtra il P2P

Rete sempre meno neutrale anche in nordamerica. Proprio come in Italia. Ma è legale? Sì, no, forse
Rete sempre meno neutrale anche in nordamerica. Proprio come in Italia. Ma è legale? Sì, no, forse

Il provider canadese Sympatico ammette di filtrare il P2P. La spiegazione è sempre la stessa: lo facciamo per tutelare voi utenti e i servizi che preferite, video in testa. E agli utenti invece, come sempre, la faccenda piace poco o niente .

Tutto nasce da una innocente domanda sul forum di assistenza del provider: “Da alcuni giorni ho notato che la mia connessione è bloccata a 30KB/sec in upload e download – spiega un certo Speedy in una discussione – Ho provato molti client torrent (…) La mia connessione è a posto: voi ragazzi non starete mica lavorando a qualcosa per limitare Torrent?”.

La risposta arriva in poche ore: “Sì, ora utilizziamo un gestore del traffico per ridurre la banda a disposizione di alcuni account durante le ore di punta”. Le applicazioni interessate sono le solite : BitTorrent, gNutella, Kazaa, eMule, eDonkey etc. Sympatico, azienda del gruppo Bell, utilizza gli ultimi ritrovati della tecnologia in questo senso, per garantire una migliore prestazione “delle applicazioni preferite dalla maggior parte dei clienti”: che sarebbero i browser, la posta elettronica, l’instant messaging e i video di YouTube.

Partono immediate le proteste, visto anche che, come ricorda qualcuno dei partecipanti, esistono anche utilizzi assolutamente leciti del P2P: Sympatico si mostra inflessibile, chiarendo che in nessun modo intende supportare il file sharing . E la faccenda finisce, come al solito, in un bel flame : da una parte chi esige che la propria connessione sia in tutti i sensi libera da ogni controllo, dall’altra l’azienda che sostiene le sue tesi assieme a qualche cliente affezionato.

Tutto il mondo è paese e il Canada non fa eccezione, sebbene proprio nello stato delle giubbe rosse i numeri dimostrerebbero che il P2P favorisce la vendita della musica . Si filtra in Australia , in Italia , negli USA – dove però i consumatori Comcast sono sul piede di guerra – e ora anche nella terra degli aceri. In attesa che anche sull’ Isola di Pasqua e alle Svalbard qualcuno ammetta di fare traffic shaping , resta da chiedersi: quanto di tutto questo ha a che fare con la gestione della rete , e quanto invece con il controllo di quanto vi transita ?

Luca Annunziata

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
6 nov 2007
Link copiato negli appunti