Google Answers chiude i battenti

Google Answers chiude i battenti

Gli esperti assoldati dal gigante del search non accetteranno nuove domande: la visione del co-founder Brin miete la prima vittima illustre. Dietro c'è Yahoo, che in questo settore surclassa BigG
Gli esperti assoldati dal gigante del search non accetteranno nuove domande: la visione del co-founder Brin miete la prima vittima illustre. Dietro c'è Yahoo, che in questo settore surclassa BigG

Google Answers venne lanciato dal colosso della ricerca online nel lontano 2002 . Il servizio ha finora offerto la possibilità di chiedere agli oltre 500 esperti selezionati da BigG ogni genere di domanda : dalle prove concrete sull’esistenza del paranormale , ai luoghi online più popolari ; da come gli infermieri usano Internet alla scelta più importante della propria vita e via di questo passo. Dalla fine di questa settimana, riporta ora InformationWeek , Google Answers non accetterà ulteriori domande.

Ad annunciarlo sono gli ingegneri del software Andrew Fikes e Lexi Baugher su Google Blog : “Google è una società che si nutre di innovazione, il che per noi significa provare una gran quantità di nuove cose tutto il tempo e, a volte, riconsiderare i nostri obiettivi per un prodotto”, scrivono sconsolati i coder. L’idea originale di Google Answers, si legge ancora sul blog, è venuta a Larry Page in persona, con l’intenzione di realizzare un prodotto scalabile, in grado di offrire risposte pertinenti alle questioni poste dagli utenti e, in ultimo grado, costruire un database delle suddette .

Una sorta di motore di ricerca nelle questioni pratiche delle persone così come nei dubbi dell’animo umano , uno scandaglio non automatizzato ma capace di mettere in contatto chi la domanda la poneva (gli utenti) con chi avrebbe potuto avere la giusta risposta (gli esperti), gestito da un meccanismo di compensazione economica altrettanto peculiare: a seconda del grado di soddisfazione ricevuto dalla risposta, gli utilizzatori erano invitati ad offrire la somma che più ritenevano giusta , a partire da un minimo di 2,50 dollari. Una piccola percentuale di questa somma veniva trattenuta da Google e il resto andava all’esperto.

L’idea, in sé, non era affatto nuova, ma per quasi tre anni Google Answers ha potuto godere di una relativa scarsità di concorrenti all’altezza . Infine, con il varo e la crescita repentina di popolarità di Yahoo! Answers (disponibile anche in italiano), BigG non ha potuto far altro che capitolare.

Sebbene non vengano citati motivi concreti per la decisione di chiudere il risponditore , basta dare un’occhiata ai Google Trends comparati di entrambi i servizi per verificare di persona quanto Google Answers soffrisse negli ultimi tempi la popolarità del concorrente. E indicazioni del tutto simili arrivano da HitWise Intelligence , secondo le cui ricerche Yahoo! Answers supera di cinquanta volte la popolarità di Live QnA (il risponditore beta di Microsoft) e di 24 quella di Google Answers.

Con ogni probabilità, la decisione di chiudere rientra nel rispetto della più ampia direttiva recentemente diramata ai suoi dipendenti dal co-founder di Google Sergey Brin, una direttiva con cui si intende semplificare e razionalizzare quella “collezione confusa di servizi” (sono le sue parole) che è diventato il “Google network”.

Il patrimonio di expertise accumulato da Google Answers non andrà comunque perduto: il database di risposte date negli ultimi quattro anni rimarrà a disposizione del popolo della rete per le ricerche , e Fikes e Baugher sostengono che l’esperimento sia servito a fornire una gran quantità di materiale utile a sviluppare futuri prodotti da offrire agli utenti.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
1 dic 2006
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