Rimodulazioni nell'occhio del ciclone

Rimodulazioni nell'occhio del ciclone

L'Authority TLC diffida TIM e Vodafone dall'introdurre i nuovi piani e impone trasparenza. L'Istituto Bruno Leoni: provvedimento preoccupante. Altroconsumo stima una migrazione di 5 milioni di utenti
L'Authority TLC diffida TIM e Vodafone dall'introdurre i nuovi piani e impone trasparenza. L'Istituto Bruno Leoni: provvedimento preoccupante. Altroconsumo stima una migrazione di 5 milioni di utenti

Milano – Sono sempre d’attualità le vicende legate alle rimodulazioni annunciate da TIM e Vodafone : l’ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha diffidato le due compagnie dall’introdurre i nuovi piani, esortandoli alla trasparenza. I due operatori dichiarano di aver recepito il provvedimento e di essere in regola, con una solerzia che sottolinea quanto le compagnie telefoniche abbiano urgenza di applicare le nuove tariffe.

L’Authority, con la diffida, ha sollecitato TIM e Vodafone “ad adottare tutte le misure necessarie per assicurare agli utenti un’informativa trasparente e il riconoscimento del diritto di recesso senza penali, nel rispetto di quanto previsto dal codice delle comunicazioni elettroniche”. Nei confronti dei due operatori sono stati avviati due procedimenti sanzionatori in relazione alle modalità seguite per informare i propri utenti sulle variazioni contrattuali: in quello relativo a TIM si valuta il non rispetto del preavviso nella modifica sulle autoricariche , mentre a Vodafone si contesta la scarsa trasparenza nell’esposizione delle condizioni economiche delle nuove offerte.

Il provvedimento dell’Authority non riscuote però l’approvazione di tutti: l’ Istituto Bruno Leoni esprime preoccupazione per una decisione che sembra maturata “in un clima di generale ostilità nei confronti del mercato e della libertà tariffaria delle imprese, clima che ha trovato nelle compagnie telefoniche un bersaglio privilegiato – a cominciare dalla sciagurata abolizione dei costi di ricarica, che di questi ultimi aumenti si può considerare causa diretta”. Secondo Alberto Mingardi, direttore generale di IBL, “proprio come dimostrato dalla vicenda del decreto Bersani, tutte le misure populistiche che tendono ad introdurre forme più o meno velate di controllo dei prezzi sono destinate a danneggiare quegli stessi consumatori che dovrebbero beneficiarne. L’unica garanzia per gli utenti telefonici – continua Mingardi – risiede in un mercato concorrenziale ed aperto, i cui operatori non debbano fare i conti con un quadro regolatorio imponente ed imprevedibile e con la sopravvivenza di misure distorsive come la tassa di concessione governativa sugli abbonamenti, di cui appare sempre più urgente l’abolizione”.

TIM e Vodafone, a poche ore dalla diffida dell’Authority TLC, si sono ufficialmente impegnate a mettersi in regola, evidenziando quanto sia importante ed urgente per loro riconfigurare l’offerta tariffaria: Telecom Italia ha già dichiarato che TIM ha pianificato “un nuovo annuncio sui principali quotidiani, che segue quelli effettuati nel mese di agosto, oltre a tutte le informazioni che i clienti già possono trovare nello spazio dedicato sul sito Internet di TIM, nei tradizionali canali di vendita e attraverso il numero gratuito 119 di assistenza alla clientela”.

Anche Vodafone informa “di aver già provveduto nei giorni scorsi ad effettuare le modifiche richieste”, dichiarando “disponibili e accessibili direttamente dalla pagina iniziale del sito web vodafone.it tutte le offerte Vodafone oggi sottoscrivibili, secondo gli schemi previsti dalle delibere dell’Autorità. Le informazioni in questione – specifica l’azienda – erano in precedenza già consultabili attraverso un collegamento nella sezione contattaci “. Una precisazione che anziché discolpare l’operatore, evidenzia una modalità di pubblicazione alquanto impropria che, di fatto, dà ragione all’Autorità e a tutti coloro che hanno chiesto maggiore trasparenza.

Non verrà posto nessun problema per i consumatori, assicurano in coro le due compagnie telefoniche, per quanto riguarda il diritto di recesso che potrà essere esercitato “senza alcun onere e con restituzione del credito residuo”, anche nel caso di richiesta di portabilità del numero. Una possibilità più che concreta secondo Altroconsumo , che ha stimato in 5 milioni gli utenti che, in virtù delle nuove rimodulazioni, abbandoneranno l’attuale operatore e ne sceglieranno un altro, mantenendo il vecchio numero telefonico.

Dario Bonacina

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Pubblicato il
8 set 2008
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